ROMA. «Arroccarsi è sempre un errore. Per un partito della sinistra assumere l’iniziativa politica e non subirla è decisivo. Dopo il voto abbiamo detto la sola cosa giusta; il punto dopo 50 giorni è che nessuno ha vinto davvero e un governo non c'è. A questo punto è saggio ascoltare le indicazioni del capo dello Stato e discutere se vi sono delle novità di fondo. Ho chiesto che si riunisca la Direzione per questo». Lo dice alla Stampa, Gianni Cuperlo, ex deputato Pd.
Alla domanda se ritiene possibile discutere di un governo con il M5S, Cuperlo risponde: «Verso il primo partito del Paese bisogna avere rispetto: la legittimazione reciproca valeva anche al tempo della Guerra Fredda. Ma Di Maio dice «a Palazzo Chigi io o nessuno» e aggiunge di voler firmare un contratto con la Lega o con noi, tipo duca di Mantova, «questo e quello per me pari sono». Così la politica evapora e rimane solo la sensazione di un’ansia di potere che confligge con le parole di quel Movimento».
«Rispetto per i grillini - aggiunge -. Ma il loro leader rinunci a pretendere per sé Palazzo Chigi».
Sulla situazione interna al Pd, Cuperlo spiega: «Ho dato sostegno alla fatica di Martina e accettato l’idea di una nuova collegialità. Purtroppo non vedo molti segnali coerenti con questo intento. Dica la maggioranza, che è tale in assemblea, se si riconosce ancora nell’impegno di Martina. Serve chiarezza. Si preferisce un congresso? Bene, poi mi batterò per cambiare le regole, superare l’identificazione segretario-premier e rivedere i criteri di chi può votare».
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