ROMA. "Quale interesse nazionale è superiore alla difesa dei principi-cardine della democrazia rappresentativa? Questa è la prima domanda cui occorre rispondere. Ma dobbiamo capirci bene, perchè non stiamo parlando di questo o quel punto di un programma elettorale, che può sempre essere oggetto di trattativa e compromesso. Stiamo parlando della ragione per cui facciamo politica". A scriverlo è Matteo Orfini, presidente del Pd, in un lungo articolo pubblicato sul sito della rivista Left Wing e intitolato "Cinquestelle e Lega sono la stessa cosa: l'opposto della sinistra". "Non c'è alcuna possibilità di una collaborazione con il Movimento 5 Stelle, che non è una costola della sinistra e non è meno lontano dal Pd di quanto lo sia la Lega - aggiunge -. Il Pd non può che stare all’opposizione di entrambi questi partiti, che sono al tempo stesso reazionari ed estremisti. E nessun confronto più o meno strumentale potrà cambiare questo dato di fatto, se non snaturando a tal punto la natura del Pd da decretarne la fine", dice Orfini. "Opposizione, però, non significa Aventino (che semmai è l’esatto contrario), né 'lasciar fare' i partiti usciti vincitori dalle urne, in attesa che il pendolo dell’alternanza riconsegni a noi la guida del Paese. Nessuno ha in mente un’idea così inerziale del nostro ruolo. L’opposizione può essere la trincea da dove presidiare l’interesse nazionale e i principi costituzionali, ma anche il terreno su cui ricostruire il Pd come grande partito nazionale, popolare ed europeo". «Alternativi. Detto, ridetto e confermato. Ma ora ci sono anche le bombe in Siria. Continuare con le cantilene e a scannarsi su quando fare l’Assemblea e il Congresso è assurdo. Lasciar lavorare Mattarella su Governo e Gentiloni sulla crisi. E magari qualche idea su Italia. Magari». Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, ministro ed esponente del Pd, commentando un tweet in cui Matteo Orfini ribadiva la scelta dell’opposizione per il Pd.