ROMA. L'intesa M5s-Lega non vede ancora la luce. E sullo sfondo c'è il fattore tempo messo sul piatto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma è anche sul tempo che confidano i grillini i quali sperano che Berlusconi faccia quel passo di lato che hanno chiesto. Un governo è urgente, anche alla luce della crisi in Siria che impone decisioni. Si fa dunque strada una nuova ipotesi che ruota attorno al nome di Giancarlo Giorgetti come possibile destinatario di un pre-incaric. Il secondo turno di consultazioni è stato finora un giro a vuoto, stando alle dichiarazioni dei leader di partito, che vede il centrodestra ancora in bilico tra unità e caos e il M5S che, dopo aver parlato con il presidente Sergio Mattarella, temporeggia per almeno venti minuti prima di parlare alla stampa. Segno che all'orizzonte una soluzione che abbia il sigillo M5S-Lega non vede ancora la luce mentre, parallelamente, la pazienza degli attori in campo e dello stesso capo della Stato si sta via via assottigliando. Al di sotto del pantano, del persistere dei veti, qualcosa però nei prossimi giorni potrebbe muoversi. La Lega, a nome del centrodestra, secondo quanto raccontano fonti parlamentari avrebbe chiesto a Mattarella di dare il pre-incarico a Giorgetti. Si tratterebbe quasi di un mandato esplorativo che cadrebbe su una sorta di "equilibratore" nei rapporti non solo nel centrodestra ma anche di quest'ultimo con M5S e Pd. Una simile soluzione, per il M5S, avrebbe due facce perché da un lato Giorgetti oggi - e nei giorni scorsi - non ha risparmiato critiche a Silvio Berlusconi ma dall'altro il "saggio" della Lega e braccio destro di Matteo Salvini è uomo stimato dal Pd. Ed è su questo punto che si inerpica la paura del M5S, che vede l'ipotesi di un governo del centrodestra appoggiato dai Dem come il peggiore degli incubi. L'idea del pre-incarico a Giorgetti, in queste ore, viaggia parallelamente a quella di un mandato esplorativo alla presidente del Senato Elisabetta Casellati. E c'è un ponte che unisce queste due sponde: il fattore tempo. Un fattore chiave per Salvini, per mettere ancora più all'angolo Berlusconi dopo le Regionali in Molise (22 aprile) e Friuli Venezia Giulia. Un fattore chiave anche per il Colle che in tal modo andrebbe incontro, ma con metodo tutto diverso, alle richieste dei partiti di avere altro tempo. Di Maio, ponendo nel 30 aprile il termine ultimo del lavoro del comitato scientifico, sembra andare incontro alle esigenze della Lega. "Il centrodestra alla fine si spaccherà", è la convinzione che filtra dal M5S dopo la salita al Colle. Ed è una convinzione supportata dall'ira della Lega e, si racconta, di una parte di FI del Nord, nei confronti dello show di Berlusconi al Quirinale. Uno show per nulla concordato nel vertice del centrodestra. "La prossima volta il vertice se lo fa da solo", sarebbe stato il commento della parte più furiosa della Lega. E il fattore tempo servirà al M5S anche per vedere se si concretizza il passo di lato - e non indietro - chiesto a Berlusconi. E' lì che si concentra il veto del M5S. E' lì che Di Maio vuole una risposta di Salvini. Il tempo, ancora una volta, porterà consiglio. Con all'orizzonte la presenza dei due potenziali alleati a Vinitaly, domenica prossima. Di Maio e Salvini, stando all'agenda, saranno alla Fiera di Verona in due orari diversi ma sembra che i pontieri stiano lavorando almeno ad un contatto, pubblico, tra i due. "Speriamo sul Vinitaly", afferma, un po' sibillino, Salvini in serata.