ROMA. Parte dalla Camera la battaglia sui vitalizi per gli ex parlamentari. Come promesso in campagna elettorale e annunciato già all’insediamento alla presidenza, Roberto Fico lancia l’offensiva contro il «privilegio» degli ex e dà al collegio dei questori 15 giorni di tempo per avviare l'istruttoria e verificare come muoversi per passare anche per gli assegni in essere al calcolo tutto contributivo. La politica deve «fare sacrifici per prima», ha detto Fico nell’ufficio di presidenza che ha dato, tra l’altro, il via libera alla nascita del gruppo di Liberi e Uguali in deroga alla norma che chiede almeno 20 deputati per formarne uno. LeU conta 14 rappresentanti alla Camera e ora avrà il suo gruppo che parteciperà così in maniera autonoma anche al secondo giro di consultazioni al Quirinale, che Sergio Mattarella dovrebbe avviare verso la fine della settimana. Il presidente della Repubblica ha nel frattempo ufficialmente chiesto ai presidenti di Camera e Senato di convocare il Parlamento in seduta comune per l’elezione degli otto componenti del Csm di designazione parlamentare, mentre i togati saranno eletti l’8 e il 9 luglio. I vitalizi «hanno i giorni contati» esulta intanto il questore 'anziano' del M5S Riccardo Fraccaro, sottolineando il mandato ricevuto «a tempo di record» per sanare «una inaccettabile ingiustizia sociale» visto che si spendono «200 milioni l’anno per pagare 2.600 vitalizi, con importi medi di 5mila euro, quando la pensione minima per i cittadini è appena di 500 euro». Si risparmieranno, sottolinea «76 milioni l’anno, 350 milioni a legislatura». Una linea giudicata quasi 'incostituzionalè dal presidente dell’Associazione degli ex Parlamentari Antonello Falomi che - assicurando la piena disponibilità nella ricerca di una soluzione equa - torna a chiedere un confronto con il presidente della Camera. In queste due settimane il collegio dei questori dovrà verificare, secondo il mandato affidato da Fico, la possibilità di ricalcolo degli assegni, tenendo conto anche dell’impatto sui trattamenti più bassi, che rischiano di essere i più colpiti, secondo l’associazione degli ex parlamentari che propone invece un contributo di solidarietà a carico dei vitalizi più alti. Ma la ricognizione potrebbe portare a una riforma complessiva, che incida anche sui vitalizi degli ex parlamentari condannati. Fico ha chiesto ai questori di avviare anche i contatti con i colleghi del Senato, per valutare una «disciplina uniforme». Al momento però a Palazzo Madama, il tema non è nemmeno in agenda. A Montecitorio domani si giocherà anche un’altra partita, che potrebbe dare qualche indicazione anche per le alleanze di governo. L’Aula infatti darà il via libera alla creazione della supercommissione chiamata a occuparsi dei provvedimenti urgenti, a partire dal Def, in attesa che si chiarisca il quadro politico. Il nodo è quello della presidenza: la prassi vorrebbe che la guida andasse al presidente uscente della commissione Bilancio, nel caso il Dem Francesco Boccia. Ma al Senato ha prevalso lo schema di accordo M5S-centrodestra, già registrato per i vertici delle Camere, e la presidenza è andata al 5 Stelle Vito Crimi. Alla Camera sarebbe la Lega a reclamare il ruolo. Si fa il nome di Giancarlo Giorgetti, che però è anche capogruppo, oppure di Massimo Garavaglia. Il solo centrodestra però non ha i numeri per eleggere un leghista quindi bisognerà attendere la decisione dei 5 Stelle che, al momento, ancora non avrebbero deciso.