ROMA. Forza italiane. Dopo la delusione elettorale, Forza Italia scommette sulle sue dirigenti per una nuova fase di rilancio che mandi in soffitta l'Opa lanciata da Matteo Salvini su tutto il centrodestra. Dopo Maria Elisabetta Casellati, eletta alla presidenza del Senato, con ogni probabilità eleggerà Maria Stella Gelmini capogruppo alla Camera e Annamaria Bernini al Senato.
Insomma, malgrado i tormenti e le polemiche interne, il partito azzurro cerca già oggi, con l'elezione dei presidenti dei suoi gruppi parlamentari, un momento unitario da cui poter ripartire. Momento unitario che potrebbe incrociarsi con una possibile "separazione" dalla Lega per quanto riguarda le delegazioni che saliranno al Colle per le consultazioni.
In sostanza, il centrodestra si potrebbe presentare al Quirinale con delegazioni distinte, proprio a rimarcare l'avvenuta "divisione di fatto" dopo la tribolata elezione dei presidenti delle camere e la partita che si è aperta per la formazione del governo.
Partita che marginalizza Fi rispetto al duetto Lumbard - 5 stelle. La decisione sarà presa nelle prossime ore dai nuovi capigruppo. E più di qualcuno nel centrodestra scommette sulla possibilità che questa ipotesi si trasformi in realtà.
Tutti i dirigenti azzurri ribadiscono intanto che l'importante è non farsi del male da soli. La priorità deve essere tutelare l'unità interna. Sul nome dell'ex ministro alla Pubblica Istruzione, non è mai emerso alcun problema a Montecitorio.
Diverso il discorso a Palazzo Madama, dove in tanti avrebbero chiesto una figura di esperienza, pari a quella del presidente uscente Paolo Romani. E c'è chi avrebbe seriamente pensato a portare avanti un braccio di ferro. Ma a sciogliere gli ultimi dubbi sarebbe stato Silvio Berlusconi, deciso nel ribadire la sua preferenza per Anna Maria Bernini, anche lei ex ministro, bolognese, classe 1965.
E, come spiegano in tanti, è difficile dire di no al Cavaliere, soprattutto su un nome che è stato al centro di una durissima sfida tra lui e Matteo Salvini. L'obbiettivo dei pontieri di queste ore è evitare al Senato una conta che porterebbe solo altre polemiche, proponendo invece un'elezione per acclamazione.
A quel punto, fatta salva qualche sorpresa dell'ultima ora, un applauso dell'assemblea dovrebbe sancire la presidenza Bernini. Ieri si è diffusa a Montecitorio la voce di una recente telefonata tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Fonti parlamentari raccontano che Putin avrebbe addirittura rassicurato il Cavaliere circa l'affidabilità di Matteo Salvini e del movimento Cinque Stelle.
Indiscrezione che non trova alcuna conferma dai diretti interessati. Ma da Mosca emerge la notizia che la telefonata c'è comunque stata, martedì scorso, due giorni dopo il trionfo elettorale del Presidente russo. Un colloquio - si sottolinea - durante il quale il Cavaliere avrebbe fatto le congratulazioni a Putin, analogamente a quanto hanno fatto il premier Paolo Gentiloni e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia