PALERMO. Un incontro, stamani, all’Ars potrebbe aver avviato il dialogo fra Nello Musumeci e i 5 Stelle. Un dialogo, si affrettano a chiare i grillini, limitato all’approvazione della Finanziaria e portata avanti «per senso di responsabilità e ad alcune condizioni».
Resta appesa a un filo l’approvazione della manovra. Il governo non l’ha ancora spedita all’Ars e ciò dà margini di tempo ancora minori in vista della scadenza del 31 marzo. È sempre più probabile il ricorso a un altro mese di esercizio provvisorio, come lo stesso Musumeci ha ammesso stamani uscendo dalla commissione bilancio: «Ritengo che la manovra può essere approvata in due o tre giorni, ma se serve un altro mese ci prenderemo un altro mese».
Il problema vero sono i numeri. La maggioranza... non è maggioranza. E per questo motivo servono i voti dell’opposizione. Musumeci lo ha detto esplicitamente incontrando tutti i capigruppo, a cui ha chiesto un’assunzione di responsabilità.
E oggi pomeriggio, durante l’intervista a Cronache Siciliane su Tgs, il leader grillino Giancarlo Cancelleri ha aperto a una minima forma di collaborazione: «L’incontro è servito a chiarire se è possibile una collaborazione su alcuni temi importanti. Abbiamo chiesto al governo di avere rispetto dei siciliani. Noi con il Pd l’altro giorno avremmo potuto bocciare tutti i documenti finanziari e mandare questo governo a casa. Ma non l’abbiamo fatto, perchè siamo nella fase della responsabilità. Cerchiamo la convergenza su alcuni temi importanti».
Cancelleri ha anche chiarito cosa i grillini chiedono al governo in cambio di un aiuto per uscire dalle secche: «Le grandi riforme vanno discusse dopo la Finanziaria. Ogni tema merita una discussione a parte. Si possono trovare punti di convergenza importanti ma la maggioranza deve avere voglia di ascoltare anche le opposizioni. Ci sono grandi temi, a cominciare da quelli del welfare familiare: aiuti per le famiglie, il cambio dell’indicatore Isee per chi ha tanti figli e aiuti alle donne, libere professioniste, che vogliono mettere su famiglia. In Sicilia non serve assistenzialismo ma sistemi di welfare veri».
In pratica i grillini chiedono di svuotare la manovra dalle norme più politiche (riforma degli Iacp, in primis) e di inserire alcune delle loro proposte.
Intanto anche Forza Italia, col capogruppo Giuseppe Milazzo, apre ai grillini, un po’ come Berlusconi sta facendo a livello nazionale: «Per noi il confronto con le minoranze è indispensabile e necessario, perché bisogna costruire insieme un percorso istituzionale, garantendo al presidente Musumeci, che si è presentato agli elettori con un programma, di poter portare avanti le proprie iniziative. Noi siamo disponibili a valutare e sostenere le proposte delle minoranze e confrontarci con loro sulle nostre. L’importante è sbloccare l’aula».
Resta sull’Aventino il Pd, che con Giuseppe Lupo ha annunciato il proprio voto contrario al Def, il Documento di economia e finanza che lunedì sarà il primo atto della lunga maratona per approvare manovra: «Il Pd voterà contro il Def del governo regionale perché non sostiene la crescita economica e l’occupazione produttiva della Sicilia. Siamo in attesa di conoscere i contenuti della manovra economica che, sino ad ora, continua ad essere solo annunciata dal governo».
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