ROMA. Rebus Governo: c'è ancora grande incertezza su chi potrà salire a Palazzo Chigi da premier. Gli occhi sono puntati sulle decisioni del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma prima ancora dell'Esecutivo, ci sarà un altro nodo da sciogliere: le presidenze di Camera e Senato. Anche in questo caso è iniziato il valzer delle ipotesi e il toto-nomi. Le voci più accreditate parlano di una possibile spartizione M5s-Lega: una andrebbe ai pentastellati (probabilmente la Camera) e l'altra al centrodestra, quindi alla Lega (e circolano già i nomi di Giorgetti e Calderoli) o a Forza Italia. Superato il primo scoglio, c'è quello più difficile: a chi affidare il Governo? Chi sarà il nuovo premier? Proprio in queste ore sembra prevalere l'ipotesi che a capo della presidenza del Consiglio non ci sarà né Di Maio né Salvini, ma una figura politica che metta d'accordo un po' tutte le forze politiche (cosa non proprio facile). C'è chi parla di un possibile governo di transizione. «Non credo che si arriverà ad un accordo per un governo stabile, penso piuttosto ad un governo di transizione che avrà il compito di portarci a nuove elezioni», ha affermato ieri a Padova Carlo Cotarelli, ex commissario alla spending review, a un incontro sulla riduzione del debito pubblico. «Dalle urne - ha proseguito Cottarelli - è uscita un’Italia che vuole fare l’opposto di quello che dico io, cioè un’Italia che vuole fare più deficit». Un ruolo fondamentale potrebbe avere la direzione del Pd in programma domani: Renzi si farà da parte sin da subito? E in questo caso chi sarà il suo successore? Ma soprattutto il Partito democratico sceglierà di stare all'opposizione o di appoggiare una delle due forze di maggioranza?