ROMA. "Discutere se fare o no l'accordo con Cinque stelle è stata una trovata mediatica di Renzi per discutere un'altra cosa invece di quello di cui bisognava parlare: cosa fare dopo una disfatta storica": sono le parole del ministro della Giustizia uscente, Andrea Orlando, critiche nei confronti dell'ormai ex leader del Pd.
"Si prova a parlare di questo per evitare una discussione su un risultato che è stato drammatico - aggiunge in un'intervista a Radio Capital -. È come buttare la palla il tribuna".
"Non considero i Cinque stelle il diavolo - ha sottolineato - hanno preso qualche qualche milione di voti nostri, ovvero di persone che votavano a sinistra, e non li regalerei al diavolo. Il problema sta nelle differenze politiche programmatiche con loro. Alcuni dicono: "ci hanno insultato", ma anche quando fu fatto l'accordo col centrodestra non venivamo da uno scambio di cortesie in campagna elettorale. Il tema - prosegue Orlando - non è questo, è che ci sono distanze i tipo programmatico e politico che non consentono questo tipo di formula, si parla questo per evitare di fare una discussione su un risultato drammatico".
"Non si tratta neppure di dare delle colpe della sconfitta - ha proseguito - io spero che le dimissioni di Renzi e del gruppo dirigente segnino l'avvio di una fase che dia un nuovo assetto, anche se questo non sarà risolutivo di per sé: bisogna riaprire un confronto coi nostri iscritti, con i militanti e provare a recuperare chi se ne è andato; poi discutiamo delle scelte istituzionali da fare".
"La legge elettorale ci offre due punti di partenza: quello della coalizione uscita vincitrice e della forza politica uscita vincitrice. Solo il presidente della Repubblica può dare l'incipit". Se il capo dello stato facesse capire che vede intesa Pd-M5S? Gli chiedono. Orlando risponde: "Quello che dice il capo dello Stato non può essere ignorato ma io non vedo le condizioni politiche programmatiche, non dobbiamo dirgli di 'no' ma spiegargli perché questo percorso è di difficile percorribilità, io credo di impossibile percorribilità".
"Noi - ha proseguito Orlando - avremmo difficoltà a spiegare perché fare accordo con una forza mantiene dei tratti forcaioli, anti-europei con una politica economica incomprensibile e demagogica. Ho visto che Scalfari ha cambiato frettolosamente posizione, se i Cinque stelle diventeranno altro dialogheremo con altro ma i cambiamenti non si fanno con un tweet, sono cose profonde, necessitano discussione. Dall'opposizione si possono fare molte cose - conclude -, si può contribuire all'evoluzione del quadro politico, si possono fare battaglie che diventano maggioritarie, non penso ad una opposizione che si limita all'Aventino ma che può contribuire ad alcune scelte, ad una opposizione con un carattere costruttivo".
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