ROMA. Nuova tegola elettorale per il M5s che oggi, dopo il fallo subito dal candidato «antiSchettino" Gregorio De Falco, è costretto a mettere in panchina anche il "bomber» - l’appellativo è di Luigi Di Maio - Salvatore Caiata.
Il patron del Potenza calcio, uno dei fiori all’occhiello cooptati dal candidato premier M5s per la squadra da mandare in Parlamento, finisce travolto dalla notizia di un suo coinvolgimento in una vecchia inchiesta che riguarda passaggi di fondi nell’ambito dell’acquisto di bar e ristoranti. Un fascicolo, conferma il suo avvocato, aperto a metà 2016 per fatti relativi al «trasferimento fraudolento di valori in materia di riciclaggio».
Un’indagine di cui Caiata non aveva informato il Movimento che a questo punto non può fare altro che metterlo alla porta. «Al di là delle sue eventuali responsabilità per le nostre regole omettere un’informazione del genere giustifica l’esclusione dal M5s» tuona Di Maio che affida il caso nelle mani dei probiviri pentastellati. Ma Caiata lo precede: «sono innocente ma non voglio che il Movimento abbia alcun danno, per cui mi autosospendo». Un disastro per il Movimento che tuttavia questa volta e nel rispetto delle regole, potrebbe avere vantaggio nel portare comunque il candidato alle elezioni. Tant'è che lo stesso Caiata poco dopo l’annuncio della sua autosospensione precisa: «state tranquilli: non mi ritiro, sono più tosto di prima!».
La bomba scoppia nel M5s a ridosso del voto e nel giorno in cui il candidato premier decide di compiere un importante, e un pò irrituale, passaggio istituzionale. In mattinata, infatti, Luigi Di Maio si presenta al Quirinale: non chiede di incontrare il presidente Sergio Mattarella ma il segretario generale Ugo Zampetti. Scopo della visita è quello di preannunciare l’invio di una lista di possibili ministri da sottoporre a Mattarella in caso di vittoria elettorale. E’ un passaggio cruciale nella strategia del candidato premier pentastellato deciso a non farsi mettere da parte quando ci sarà da decidere a chi affidare il tentativo di mettere insieme una maggioranza di governo. Di Maio, a dispetto degli scenari post elettorali più diffusi, è convinto della «reale fattibilità da parte del M5s di formare un 'governo di cambiamentò per l’Italia». Ma la visita, ha chiarito Di Maio, è stata di pura «cortesia istituzionale» e volta ad informare il Quirinale dell’intenzione del M5s di anticipare la composizione della sua possibile squadra di governo e di volerla presentare prima al Capo dello Stato. Una spiegazione apprezzata dal Colle che più volte chiarito che ogni scelta verrà fatta dopo il voto e le consultazioni.
Ma è indubbio che la rincorsa presa da Di Maio serve a mettere in chiaro che i 5 stelle «fanno sul serio» e a dire che la "supersquadra» che ha messo insieme del leader «non è patrimonio del M5s ma del Paese». Nonostante la pioggia di attacchi che gli arrivano dal Pd per il caso Caiata, il M5s si vede con il vento in poppa. E per un candidato azzoppato e un paio di calciatori che danno forfait per l’incarico di governo, Di Maio trova un nuovo testimonial d’eccezione: fra i partecipanti alla presentazione del programma Sport M5s ci sarà anche Zdenek Zeman, tecnico del Pescara che da tanti anni si batte per la moralizzazione del calcio italiano.
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