PALERMO. L’Ars ci riprova. E come nella scorsa legislatura torna la proposta di abolire il voto di genere, cioè l’obbligo di votare anche per una donna se si sceglie di esprimere due preferenze nella scheda per le elezioni comunali. È stata Forza Italia a lanciare la proposta, che secondo indiscrezioni potrebbe avere una discreta condivisione in commissione Affari istituzionali. Al punto da poter passare questo primo esame facilmente per essere poi sottoposta al voto dell’aula di Sala d’Ercole. A formalizzare la proposta sono stati il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Milazzo, e il presidente della commissione Stefano Pellegrino (anche lui forzista), scatenando così le proteste in primis del suo stesso partito. «Siccome i grillini la pensano come noi, stiamo aprendo una riflessione. Non è una norma che vogliamo a tutti i costi, tanto è vero che non abbiamo ancora chiesto la calendarizzazione del voto, ma è un tema che va dibattuto» ha detto a caldo Milazzo. Forza Italia, in pratica, vuole scuotere i grillini che in passato hanno fatto proposte analoghe. Ma per ora l’effetto è quello di accendere le micce dentro la stessa Forza Italia. Marianna Caronia, la più votata alle scorse elezioni comunali a Palermo, annuncia le barricate: «Una norma che non può essere approvata. Il voto di genere è una conquista per evitare che finiscano in lista solo ballerine scelte dai vari capi partito». Intanto, sempre in prima commissione, la maggioranza di centrodestra stamani è andata Ko. Ed è stata così bocciata la proposta del forzista Luigi Genovese che prevedeva la possibilità per i sindaci dei piccoli Comuni di candidarsi per un terzo mandato. La commissione Affari Istituzionali ha una composizione atipica che non assicura alla maggioranza i numeri per controllare le votazioni. Ma tanto basta al Pd per dare fuoco alle polveri: «La bocciatura del disegno di legge sul terzo mandato ai sindaci dei Comuni fino a tremila abitanti sancisce la sfaldatura della coalizione che sostiene il governo Musumeci - ha detto il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo -. È grave che la maggioranza abbia respinto la richiesta del Pd, e di altri deputati che insieme a noi hanno votato contro, di sentire in commissione il parere dell'Anci in rappresentanza dei Comuni prima di procedere alla votazione testo». Per Milazzo «è scandaloso che per colpa di deputati eletti tra le fila del centrodestra oggi sia stato bocciato un disegno di legge che aiuta i piccoli Comuni ad avere un proprio rappresentante». Il riferimento è al voto contrario espresso da Cateno De Luca, eletto nell’Udc ma ormai da tempo sull’Aventino.