ROMA. «Gli scenari che leggo sul dopo voto sono spesso pure fantasticherie, formule senza fondamento costituzionale. Ho esperienza in materia, visto che mi è stato attribuito il merito o il demerito di aver fatto nascere un qualche 'governo del presidente', magari 'tecnico'; e posso dire che una simile fattispecie non esiste». Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano - intervistato dal Corriere della Sera - è preoccupato dai possibili esiti delle elezioni: "Il presidente non può inventarsi un governo perché dominus è il Parlamento; tutti i governi sono espressione della nostra democrazia parlamentare». Se non si riesce a formare un governo, è possibile tornare subito alle urne? «È un’ipotesi estrema che non ha senso ora prospettare. Tanto meno per esercitare una pressione indebita sul capo dello Stato». Ma se decide il Parlamento, allora la corsa a chi arriva primo tra i candidati premier è solo una finzione? «Peggio - risponde Napolitano -, è una totale mistificazione». Quanto alla legge elettorale, «penso che anche chi ha votato questa legge, con le gravi forzature che ricordiamo, sapesse che si trattava di una soluzione che non avrebbe retto a lungo. Ritengo che sia perciò nell’ordine delle previsioni oggettive tornarci su nella prossima legislatura. Anche se ciò aggraverà ulteriormente l’anomalia italiana». Quanto alla campagna elettorale ritiene si sia «diffusa un’enorme cortina fumogena. I programmi che i partiti hanno delineato sono in larga misura indeterminati e inattendibili». Infine spende una buona parola per la lista di +Europa di Emma Bonino che ha presentato «un programma per l’Europa, indubbiamente rigoroso e circostanziato».