ROMA. Ventitre anni dopo dalla prima discesa in campo, Silvio Berlusconi si dice convinto che ci sia ancora una volta «bisogno» di lui, questa volta per arginare un nuovo «pericolo», quello del M5S: «più che un partito, sono una setta» e sono peggio dei post comunisti del '94, dice il Cavaliere ospite su Canale 5. Quasi un’ora di intervista, dove l'ex premier mette nel mirino in particolare il Movimento guidato da «un vecchio comico» che se andasse al governo sommergerebbe gli italiani di tasse, insiste.
La sinistra, è la convinzione di Berlusconi, si è messa fuori gioco da sola a causa dei «dissidi interni» e quindi il vero nemico alle prossime elezioni sono i pentastellati, amici dei "peggiori magistrati militanti» che con loro «finirebbero al governo». Da qui, l’appello «choc», per stessa ammissione del Cav: «In questa situazione non andare a votare - afferma - sarebbe come suicidarsi».
Non che non sia comprensibile, aggiunge, il «disgusto» che provano gli italiani nei confronti della politica ma è arrivato il momento secondo il leader di Forza Italia di superare qualsiasi resistenza ad andare a votare per mettere ko Beppe Grillo e i suoi, animati da «invidia e odio» verso i ricchi: sono una «formazione populista, ribellista, pauperista» e che per di più cambia sempre idea.
Ma gli avversari politici non sono i soli con i quali Berlusconi se la prende. Secondo il Cav, la vicenda Milan rappresenta un nuovo capitolo della battaglia portata avanti negli anni dai suoi detrattori anche nel mondo dell’informazione: «Tutte le volte che ci sono campagne elettorali e che si profila una mia vittoria, se ne inventano di tutti i colori; questa volta se ne sono inventata una che è stata prontamente smentita dalla procura: il fatto che si sia profittato della vendita del Milan per portare in Italia capitali che erano fuori dal paese non solo non è corrispondente al vero, ma farlo sarebbe da persone senza intelligenza» visto il clamore mediatico e la difficoltà dell’operazione.
Berlusconi comunque non si dà certo per vinto e dal salotto televisivo di Canale 5 (dove duetta con Barbara D’Urso e le fa promettere di chiedere a tutti gli invitati 'Cosa hanno fatto nella vita prima di candidarsi') rilancia anche le priorità del programma del centrodestra, dall’aumento delle pensioni minime a 1000 euro, da estendere anche alle «mamme», alla stretta sulle politiche sui migranti.
L’Italia è meno sicura secondo il Cav e questo lo si deve al fatto che ci sono «476mila immigrati che per mangiare devono delinquere». Un fronte, quest’ultimo, sul quale si registra sintonia con gli alleati della Lega, con i quali invece manca ancora l’intesa sull'aliquota della flat tax che Salvini vuole inferiore al 20% e che invece per il Cav potrebbe essere anche al 23%. Le coperture - assicura però - ci sono: «40 miliardi possono arrivare dalla lotta all’evasione e all’elusione». Programmi sì, nomi no. Berlusconi infatti nell’intervista glissa sul nodo della candidatura alla presidenza della Regione Lazio dove, per il momento, continua a resistere il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi.
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