ROMA. Le piogge autunnali non sono bastate, le riserve d'acqua sono carenti soprattutto al Sud.
Nel Mezzogiorno gli invasi rimangono mezzi vuoti, mentre al Nord al situazione è migliore: il livello dei grandi laghi si sta alzando. Tutto dipende da quanto pioverà nei prossimi mesi invernali. Ma intanto, con poca acqua negli invasi, la prossima stagione agricola si presenta a rischio.
A tracciare un bilancio della situazione idrica italiana dopo la grande siccità del 2017 è l'Anbi, l'associazione nazionale dei consorzi di bacino, gli organismi pubblici di gestione delle acque che lancia l'allarme soprattutto per regioni come Basilicata, Puglia e Sicilia. "A 12 mesi di distanza - scrive l'Anbi -, non sono le regioni del Nord a destare le maggiori preoccupazioni, bensì il Meridione, dove sono praticamente dimezzate le riserve idriche presenti negli invasi, per altro a riempimento pluriennale".
Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina indica come "priorità, migliorare le infrastrutture idriche, riducendo gli sprechi e aumentando la capacità di raccolta dell'acqua che oggi è ancora troppo bassa. In quest'ottica - dice - con la legge di bilancio abbiamo stanziato 500 milioni di euro fino al 2022 per finanziare un Piano nazionale pluriennale per invasi e acquedotti".
L'Anbi, intanto, ha contato 31 grandi opere idrauliche incompiute in Italia e ha proposto un piano di investimenti da 20 miliardi di euro in 20 anni, per 2.000 interventi.
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