ROMA. L’Italia «è ripartita», grazie a "famiglie, imprese e lavoratori", e il proseguimento di questa nuova stagione di ripresa economica è nelle mani degli elettori che il 4 marzo dovranno scegliere «fra tre blocchi», sperando che essi «non scelgano il 'Rischiatutto' ma puntino a confermare il Pd che ha la compagine «di gran lunga più credibile». Questo il messaggio di ieri del premier Paolo Gentiloni alla Festa per i 221 anni del Tricolore, a Reggio Emilia, e in serata a «Che tempo che fa» ospite di Fabio Fazio su Rai 1.
Gentiloni, a Reggio Emilia, ha ricordato che quest’anno è stata definitivamente superata «la più grande crisi del dopoguerra», ed ha dato il «merito principale» non al suo governo bensì a «famiglie, imprese e lavoratori». Sottolineatura che non dipende solo dalla modestia che caratterizza il premier ma dalla necessità di rendere «consapevoli» tutti che «è il momento di lavorare con convinzione perché la congiuntura economica finalmente favorevole possa tradursi in conseguenze positive dal punto di vista sociale». Ma ora «cambiare marcia significherebbe assumersi una responsabilità gravissima».
Dunque "non è la stagione delle cicale quella che abbiamo davanti non può esserci una chiusura impaurita nel piccolo mondo antico delle paure quotidiane: è il tempo di non disperdere i risultati ottenuti».
Una cosa deve esser chiara ai cittadini: queste decisioni sono tutte nelle loro mani il 4 marzo, e i retroscena che lo vedono ancora a Palazzo Chigi dopo le urne o a causa del pareggio o per eventuali governi di larghe intese, lasciano il tempo che trovano: «Io ho un impegno che finisce con le elezioni. Se pensiamo che le elezioni sono un adempimento - ha spiegato - e poi continua tutto come prima, non faremo un servizio alla democrazia. Le elezioni sono importantissime, ogni cittadino può dire la sua, e le elezioni determineranno chi governerà, non l’inerzia o una alchimia». E gli elettori "avranno sul tavolo tre blocchi" tra i quali scegliere: M5s, centrodestra e centrosinistra a guida Pd.
«Il centrosinistra - dice fiducioso Gentiloni - può essere la coalizione vincente, il Pd può essere il primo partito, sulla base di quello che siamo e quello che abbiamo fatto": anche perché «il Pd ha la squadra più credibile. Non credo che nessuno degli altri partiti possa avere un’altra squadra di governo minimamente comparabile a quella del Pd. Sarà spocchioso un po', ma è così». Quindi c'è da sperare "che l’Italia non giochi il 'Rischiatutto' con forze che non sanno governare il Paese" .
Quanto al ruolo personale Gentiloni si è detto «orgoglioso di aver contribuito a rasserenare il clima», e indirettamente ha confermato di essere l’alter ego di Renzi in casa Dem per pacatezza: sulla querelle del canone Rai, infatti, Gentiloni più che la sua cancellazione ha rilanciato una ulteriore riduzione, magari allargando le fasce da esentare. «Un grande Paese europeo - ha poi aggiunto - ha un grande servizio pubblico e noi ce l'abbiamo. Non sarà la Bbc, come diceva Arbore, ma dopo la Bbc la Rai è la tv pubblica più importante del mondo. Mi piacerebbe si sapesse anche in Italia».
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