ROMA. Principi di etica politica e legalità, nella selezione dei candidati, con alcuni criteri per lo stop ai condannati e agli indagati per alcuni tipi di reati. E anche un limite al numero dei mandati, con alcune eccezioni motivate alla regola. Sono i criteri che Liberi e uguali stanno definendo in vista dell’assemblea nazionale di domani che definirà i criteri delle candidature. Al cuore dell’assise, che avrà al centro l'intervento di Pietro Grasso e vedrà il debutto di Laura Boldrini, ci saranno le linee programmatiche, che saranno discusse sul palco con contributi dei territori e della società civile. Ma saranno anche indicati i principi nella selezione dei candidati, prima di comporre il sudoku delle liste.
L’assemblea all’hotel Ergife, cui dovrebbero prendere parte tutti i «big» della lista ma anche l’esponente del "Brancaccio" Anna Falcone e i rappresentanti della società civile, sarà aperta dalla relazione di Rossella Muroni sulle linee programmatiche. Non prenderanno la parola i segretari di Mdp, Si e Possibile, Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e Pippo Civati, che alla vigilia hanno incontrato Grasso per definire gli ultimi dettagli. E spetterà a Muroni fare la sintesi delle assemblee dei territori indicando le linee di programma: progressività, tasse sulle rendite e non sul lavoro, stop ai bonus, investimenti e ambiente. Queste alcune delle parole d’ordine. Non si dovrebbe entrare nel dettaglio delle misure, come la possibile reintroduzione dell’Imu sulle prime case per i redditi più alti, o le modalità di una patrimoniale. Ma si proverà, spiega chi ha lavorato in queste settimane al programma, a dare il segno di un programma «credibile e sostenibile», con cifre serie e rigorose, e una radicalità anche nell’innovazione, anche per allontanare l’ombra di una sinistra «vetero».
Quanto alle candidature, saranno in lista i «big» come Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema, Vasco Errani, ma verrà posto un limite ai mandati come regola generale. Nella composizione del sudoku, spiegano fonti interne, Grasso starebbe premendo per una presenza visibile e significativa in posizioni più o meno "sicure» di esponenti della società civile, incontrando qualche resistenza soprattutto tra i parlamentari uscenti. E la discussione è aperta anche sulle scelte in una delle due Regioni per cui si voterà il 4 marzo. In Lombardia non ci sarà il sostegno al candidato Pd Giorgio Gori e si fa in questi giorni il nome di Cecilia Strada. Mentre nel Lazio il tavolo per il sostegno a Nicola Zingaretti sarebbe aperto, con una spinta di Grasso e di una parte di Mdp e resistenze maggiori dentro Si.
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