Lunedì 18 Novembre 2024

M5s, troppi accessi per le parlamentarie e il sito va in tilt: monta la protesta

Luigi Di Maio

ROMA.  Parlamentarie M5s, oggi via al primo step con la presentazione delle candidature in vista delle elezioni politiche di marzo. L’alto numero degli accessi alla piattaforma ha provocato rallentamenti e difficoltà per le  operazioni di auto candidatura, tanto che il Movimento ha deciso  di prorogare fino alle 17 di oggi il termine che era scaduto alle 12. Not found": è la risposta che campeggia sulle pagine a cui dovrebbero accedere gli autocandidati alle parlamentarie M5s e che, per farlo, devono procedere ad una nuova iscrizione al Movimento o da nuovi iscritti o seguendo le procedure per i vecchi iscritti. E in rete monta la protesta. Sotto il post sul blog M5s che annuncia la proroga dei termini per presentare le proprie candidature, gli aspiranti parlamentari M5s si lamentano, chiedono ulteriori proroghe e spiegano che le difficoltà di accesso avvengono da giorni e non solo oggi in prossimità della scadenza dei termini. "Impossibile iscriversi e candidarsi. È impossibile accedere al sito da errore 404 pagina non trovata" scrive Susanna alle 16,30 di oggi, mezz'ora prima della scadenza della proroga. "Ore 16,27 Niente da fare link per l'iscrizione irraggiungibile. Solita farsa. Mi resta l'amaro in bocca, perché da attivista 5 anni fa mi fu precluso partecipare alle parlamentarie perché non certificato; adesso mi è precluso da un link" si lamenta Arcangelo ed anche Marco lascia scritto: "Ciao purtroppo neanche io da stamattina riesco ad iscrivermi e, nonostante la proroga, la pagina "login" dice sempre che non é disponibile. Credo che serva, una volta risolto il problema, un'altra proroga". Proprio a ridosso delle consultazioni è arrivata ieri la scure del Garante della Privacy sulla galassia online del Movimento 5 Stelle. Il sistema di voto on line con cui i militanti pentastellati selezionano i loro candidati non ha passato il vaglio del Garante: troppe falle, troppe incertezze, troppi buchi, e soprattutto troppi episodi di violazione del sistema. La scorsa estate un hacker dall’identità restata misteriosa (se ne conosce sono il nickname, Rogue_o) aveva scorazzato tra i varchi della piattaforma Rousseau, mettendo on line i nomi dei sostenitori dei cinque stelle e poi, con un colpo a sorpresa, aveva rivelato di aver votato più volte infiltrandosi tra gli iscritti. La vicenda non poteva non attirare l’interesse del Garante per la Privacy. Ieri, dopo un’istruttoria di alcuni mesi, è arrivato il verdetto dell’Authority : il sistema delle votazioni online dei Cinquestelle viene bocciato, il Garante suggerisce delle modifiche da apportare, e minaccia anche eventuali sanzioni perché il M5s non aveva chiarito nell’informativa rivolta a chi votava on line che i dati personali sarebbero stati girati a due società , Wind Tre e Itnet, chiamate a dare supporto tecnico . Nel mirino dell’Autorità è finito in particolare il sistema Rousseau, ideato da Casaleggio senior e perfezionato da Casaleggio junior per realizzare il sogno di una democrazia diretta attraverso la rete. Passato ai raggi x dei tecnici dell’Authorithy, Rousseau ne è uscito con le ossa rotte. Il Garante ha adottato un provvedimento in cui prescrive per filo e per segno le misure necessarie per aumentare il livello di sicurezza del sistema operativo. Si parte dalla procedura di voto. Il Garante suggerisce di rivedere il sistema di «e-voting» «in modo da minimizzare i rischi per i diritti e per le libertà delle persone fisiche». Tra le misure indicate la cancellazione dei dati personali trattati (compreso il numero di telefono), una volta terminate le operazioni di voto. I siti che compongono la galassia dei Cinquestelle, prescrive ancora il Garante, dovranno sottoporsi a una valutazione della sicurezza informatica. Le password degli utenti dovranno essere più sicure, come anche il protocollo per l’accesso ai contenuti del sito. Per mettersi in regola i Cinquestelle dovranno fare una corsa contro il tempo, considerato che oggi scadono i termini per la presentazione delle candidature alle parlamentarie, cioè le primarie on line dalle quali usciranno le liste del M5s per le elezioni politiche del 4 marzo, che Grillo e Casaleggio vorrebbero tenere entro un paio di settimane. Per fortuna dei Cinquestelle, si stanno stemperando le polemiche sul nuovo codice per le candidature, che tra le altre cose prevede la possibilità di candidare anche gli indagati. L’ala ortodossa del movimento ha negato dissensi e mugugni: secondo Roberto Fico, che dell’ala «dura e pura» è ormai l'esponente più in vista, ha bollato le voci sull'esistenza di uno scontro interno come «bugie della stampa». Le polemiche arrivano invece dal Pd: Michele Anzaldi plaude all’intervento del Garante e dice che «la piattaforma Rousseau non soltanto risponde a una società privata ma è pure fuorilegge».

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