ROMA. Il governo Gentiloni è stato "certamente insufficiente sul piano dei risultati. Al di là della personale cortesia del premier, è stato il quarto governo consecutivo sul quale gli italiani non hanno potuto esprimersi. Il crollo verticale dei consensi della sinistra dimostra il fallimento politico di questi governi". La bocciatura arriva da Silvio Berlusconi, che in un' intervista al Corriere della Sera evidenzia: alle urne "la sfida è tra noi e il M5s". "Non credo che il problema del Pd sia Renzi: il problema è l'esaurimento della funzione storica di quel partito, analogamente a quanto sta accadendo a tutti i partiti della sinistra classica in Europa", afferma Berlusconi. "Anche in Italia la sfida è fra i moderati come noi, che si riconoscono nei valori liberali e cristiani del Ppe, e movimenti ribellisti, pauperisti, giustizialisti, come i grillini". Sul centrodestra, " l'alleanza con Salvini c'è e funziona", assicura. In tema di programmi, "della nostra riforma fiscale beneficerà soprattutto il ceto medio, perché noi faremo esattamente il contrario di quello che hanno in animo i grillini: aboliremo ogni imposta sulla successione e le donazioni, sulla prima casa e sulla prima auto", dice Berlusconi. Sulla flat tax, "stiamo calcolando la soglia più bassa possibile, mantenendo in ordine i conti pubblici. Poiché noi riteniamo che determinerà un aumento e non una diminuzione del gettito, potremmo anche immaginare un'aliquota destinata a scendere nel tempo". Parlando di Liberi e Uguali, "politicamente è la vecchia sinistra che si ripropone fuori dal tempo e dalla storia", commenta il leader di Fi. Quanto ai due presidenti delle Camere, "chi oggi critica Grasso e Boldrini difendeva a spada tratta un altro presidente della Camera, che costituì un suo partito per far cadere il nostro governo", dice riferendosi a Gianfranco Fini. Sull'Ilva "né Calenda né Emiliano hanno ragione, ma le responsabilità più gravi sono del governatore pugliese", afferma Berlusconi, secondo cui "la prevalenza dell'interesse nazionale in alcuni casi dev'essere prevista, ma questo non significa affatto limitare le competenze delle Regioni, che anzi debbono essere complessivamente rafforzate". Sullo Ius soli, "non sono contrario al fatto che chi è cresciuto in Italia, si sente italiano, condivide i nostri valori possa diventare italiano. Sono però contrarissimo a questa legge, che per la cittadinanza prevede che basti qualche adempimento formale", dichiara Berlusconi. Quanto alla missione in Niger, "abbiamo sempre votato a favore delle missioni dei militari italiani all'estero".