ROMA. L'ipotesi di approvare il disegno di legge sullo ius soli entro la legislatura, che nei giorni scorsi sembrava remota, oggi è definitivamente tramontata. E a dirlo con estrema chiarezza è il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che, dopo aver invitato monsignor Galantino che definiva il testo un segno di civiltà a portarsi tutti gli stranieri in Vaticano, parla apertamente del "funerale" del provvedimento.
"L'ho ucciso io con le migliaia di emendamenti presentati" che hanno tenuto il testo inchiodato in commissione per mesi, assicura Calderoli. In realtà i killer della riforma della cittadinanza sono più d'uno. Con le elezioni alle porte in molti hanno paura di dare ora il via libera a un testo che nell'immaginario collettivo è diventato una sorta di "libera tutti" per il riconoscimento dell'italianità a tutti gli stranieri. Clandestini compresi. Dimenticando tra l'altro come nel ddl non esista alcun automatismo.
Così, si preferisce prendere tempo e dilatare al massimo l'esame della manovra. Invece di votarla stasera, si è trovato il modo di far slittare tutto a domani. Prevedendo il via libera non prima dell'ora di pranzo in modo di concludere i lavori dell'Aula subito dopo il voto. Consentendo ai senatori di cominciare le vacanze nel primo pomeriggio.
E pazienza se il prossimo punto fissato nell'odg dei lavori dell'Aula subito dopo la legge di bilancio slitta definitivamente visto che ormai i senatori si dicono certi che le Camere verranno sciolte tra Natale e Capodanno. Ci sono ancora diversi parlamentari come Luigi Manconi e Monica Cirinnà che si alternano nel digiuno di protesta contro chi non vuole far diventare legge lo ius soli.
Ma ormai in quello stesso Pd, che mesi fa chiese l'urgenza per l'esame del provvedimento, ora sono davvero in pochi a volerne ancora sentir parlare. Già penalizzati dalla vicenda banche, i Dem hanno preferito evitare un'altra "trappola in cui cadere dentro", per usare le parole del Guardasigilli Andrea Orlando a proposito dei lavori della commissione presieduta da Pier Ferdinando Casini. Anche i radicali non si arrendono e continuano a chiedere a gran voce che il testo diventi legge mentre la senatrice Barbara Pollastrini presenta a Luigi Zanda l'appello firmato "Ius soli: il dovere di riuscirci".
Ma ormai i giochi, assicurano al Senato sono davvero chiusi. Proprio come quelli per i vitalizi. Il Consiglio di presidenza del Senato ha mandato infatti in soffitta anche quest'altro annoso tema. Di fronte alla richiesta: o recepire la delibera della Camera o abolire definitivamente i vitalizi, come proponevano Roberto Calderoli (Lega) e Laura Bottici (M5S), ha deciso di soprassedere rinviando tutto in attesa che ci si pronunci sulla ventina di ricorsi già presentati a Montecitorio contro la delibera.
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