ROMA. "Vogliono far credere che il problema delle banche sia io. Ma è una strumentalizzazione tanto meschina quanto evidente. Sono un volto facile da colpire. Ma dopo due anni di ricerca ossessiva nessuno ha potuto smentire ciò che dissi in Parlamento sulle banche. E nessuno parla più di pressioni o favoritismi", afferma la sottosegretaria Maria Elena Boschi, intervistata dal Messaggero.
La richiesta di audizione in Commissione banche da parte delle opposizioni? "Deciderà il presidente della Commissione. Se riaprono le audizioni, io sono a disposizione", risponde.
E replica a chi, come il ministro Orlando, consiglia di ragionare sulla sua candidatura: "Sarà il Pd a decidere se e dove candidarmi. E' una regola che vale per tutti nel nostro partito". "Viene usato il mio nome, e la vicenda di Etruria, come paravento per non andare ad indagare sui veri scandali. Ma le persone perbene non hanno paura della verità. Il governo a guida Pd - torna a dire la sottosegretaria - ha penalizzato la mia famiglia, non l'ha aiutata".
Parlando dell'audizione del presidente della Consob, Boschi afferma: "I ricordi di Vegas mi sono sembrati stranamente selettivi". E aggiunge: "Non cancello spesso gli sms. Ne ho quindi molti in memoria, anche con altri esponenti del mondo del credito e del giornalismo. Non solo quelli con Vegas. Dal momento che mi sembrò insolita la richiesta di vederci a casa sua alle 8 del mattino, chiesi che l'incontro si svolgesse al ministero o in Consob. Non sta a me dire perché Vegas lo propose, certo io non accettai. Quanto alla serietà istituzionale di Vegas ricordo che già indicato come capo dell'Autorità di vigilanza partecipò al voto di fiducia al governo Berlusconi. E non aggiungo altro".
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