ROMA. "In maniera molto leale e sincera sono qui per darvi una notizia: ho deciso di non ricandidarmi in Parlamento alle prossime elezioni. E' una scelta mia, non è legata al Movimento". Alessandro Di Battista, il sanguigno esponente dei 5 stelle, ha annunciato durante una diretta Facebook l'intenzione di non entrare in Parlamento nella prossima legislatura.
Il deputato pentastellato, vicinissimo al vertice del movimento, si prende una sorta di anno sabbatico dalla prossima estate per girare il mondo. E lo fa a modo suo, sorprendendo la stampa e la base. "Temevo che mollare la politica istituzionale per un po' venisse vista come una resa, come una rinuncia, mi immaginavo giornalisti pronti a giocarci sopra, a far credere che ci fossero dissidi tra me e Luigi, tra me e Beppe, che il movimento mi stesse deludendo", invece Di Maio è "un fratello" e Grillo un "amico e anche un patriota".
"Esco con le mani più pulite di come le avevo quando sono entrato", dice tra l'altro "Ma - precisa - non lascio il Movimento, non succederà mai. E' una mia seconda pelle. Lo sosterrò sempre anche se al di fuori dei palazzi istituzionali".
"Dall'estate prossima, dopo le elezioni, partirò per andare un po' in giro nel mondo", vedere quali sono le altre "esperienze e riportarle qui in Italia". "Ho altre aspirazioni: portare la politica al di fuori dei palazzi. E poi scrivere". Cosa che ha già fatto perché Di Battista intanto si racconta in un'autobiografia pubblicata da Rizzoli, dal titolo emblematico: "Meglio liberi".
Il deputato pentastellato rivela la sua passione per la letteratura, descrive ciò che ha imparato durante il suo viaggio in Sud America, lo scontro di suo padre con D'Alema, incontrato per caso durante una vacanza in Grecia. Per lui, l'incontro con Gianroberto Casaleggio, il cofondatore dei Cinque Stelle, è stato un'illuminazione. Casaleggio lo ha tolto dall'anonimato e dalla condiscendenza sprezzante di alcuni giornalisti - scrive il Corriere della sera in una recensione del volume - ai quali cercava di mostrare i suoi reportage sul Sud America. Gli ha dato soddisfazione e ha riconosciuto la sua identità alternativa. Ha inserito le esperienze da "fricchettone con lo zaino in spalla", come Di Battista si definisce in un passaggio per negare di esserlo, in quel grande magma antisistema che, in Italia come in altre nazioni dell'Occidente, si propone come alternativa allo status quo. È difficile costruire un'identità tradizionale intorno a Di Battista. Il suo pantheon - si legge ancora nella recensione - è fatto di studi e di riferimenti eclettici, frammentati, segnati da un ignaro individualismo. Quando caricava maiali sui traghetti sul Rio delle Amazzoni, si vedeva stanco ma felice.
"Pensavo che nulla fosse impossibile, che sarei potuto diventare quel che volevo, uno scrittore, un viaggiatore perenne o, perché no, un deputato della Repubblica..."
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