ROMA. A Ostia trionfano i 5 stelle, nel primo Municipio di Roma commissariato per mafia. Il centrodestra fallisce 'l'avviso di sfratto' - come l'aveva definito - a Virginia Raggi, che esce rafforzata dal primo test indiretto sul suo mandato a un anno e mezzo dall'elezione.
"I romani sono con noi per il cambiamento", esulta su twitter la sindaca. Il crollo dell'affluenza, scesa ancora, al 33,6% - un terzo dei votanti - non danneggia la candidata M5S Giuliana Di Pillo, che con circa il 60 per cento stacca di 20 punti la rivale di Fratelli d'Italia Monica Picca, che resta intorno al 40%.
Un risultato che consegna ai cinquestelle uno dei pochi territori della capitale che ancora non governavano dopo le comunali del 2016. "È la vittoria di tutti i cittadini e della voglia di rinascita. Grazie di cuore!", twitta Di Pillo a caldo. Le fa eco Raggi: "I cittadini tornano protagonisti. Brava Giuliana! I romani sono con noi e per il cambiamento". Per il candidato premier M5S Luigi Di Maio "l'effetto Raggi esiste ed è positivo".
Ma la sconfitta del centrodestra ripropone la feroce polemica delle ultime settimane. La Picca sostiene che ai cinquestelle sono andati i voti degli Spada e di CasaPound: "All'idroscalo, dove sono rappresentati i voti di Casapound, noi abbiamo perso e loro hanno guadagnato circa mille voti", afferma. Di certo le vicende traumatiche delle ultime settimane non hanno spinto i cittadini ad andare nelle 183 sezioni elettorali sorvegliate da 400 agenti in più del primo turno.
L'affluenza cala di altri 2,5 punti. Al primo turno era stata del 36,1%, secondo il sito del Campidoglio. Nel 2013, alle ultime Municipali nel territorio di Ostia, l'affluenza era stata del 52,8%, quindi in quattro anni si sono persi oltre 20 punti percentuali. Alle Comunali del 2016, nelle quali non si votò per il Municipio di Ostia in quanto commissariato, l'affluenza era stata del 56,11%.
La testata di Roberto Spada al giornalista Rai Daniele Piervincenzi, le manifestazioni antimafia e per la libertà di stampa ma anche le accuse reciproche tra M5S e destra di avere l'appoggio del clan del litorale non hanno invogliato al voto. E così il destino del primo Municipio (ex Circoscrizione) di Roma, sciolto per infiltrazioni mafiose sull'onda dell'inchiesta 'Mondo di Mezzo' - con il minisindaco Pd Andrea Tassone arrestato e condannato a 5 anni - e commissariato per due anni viene deciso da meno del 40% dei 185.661 aventi diritto, su una popolazione di oltre 240 mila persone, come una città media.
Una elezione che da locale si è fatta caso nazionale anche come primo test per la Raggi, che un anno e mezzo fa ebbe più del 76 per cento a Ostia. Il territorio del litorale romano elegge una donna, la cinquantacinquenne educatrice Di Pillo, già consigliere municipale e poi delegata del litorale per il sindaco di Roma. Prevale sulla quarantaseienne insegnante Picca.
Il neo presidente fronteggerà problemi come il lungomuro che oscura il mare per chilometri, i trasporti carenti nei 30 chilometri dal centro di Roma, l'abusivismo edilizio e la carenza di servizi nel vasto entroterra. E poi la presenza mafiosa, non solo degli Spada, ma anche dei Fasciani, dei Triassi e di altri clan. Un clima esemplificato dalla titolare di una friggitoria di Ostia, che prima , davanti alle telecamere Rai, definisce Roberto Spada "una brava persona, anche se ha sbagliato" e poi, appena un suo amico si allontana, bolla la famiglia del clan come "usurai".
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