ROMA. «Vado in tv perché voglio che più italiani possibili conoscano il nostro programma e le proposte che abbiamo per il Paese. Sono pronto a confrontarmi con i candidati premier degli altri schieramenti», compreso Silvio Berlusconi, «ammesso che riescano a trovarsi d’accordo su chi siano». Lo afferma Luigi Di Maio, candidato premier del M5s, in un’intervista al Corriere della Sera in cui spiega di non essere scappato dal confronto televisivo con il segretario del Pd Matteo Renzi. «Ho preso atto di quello che era accaduto in Sicilia, dove il Pd ha preso una batosta clamorosa. Forse Renzi ha ancora bisogno di 'elaborare il luttò», dice Di Maio. «Di fatto il ministro Orlando, i capigruppo Zanda e Rosato lo hanno rottamato». Parlando delle Regionali, «il risultato in Sicilia dimostra che il Movimento sta lavorando bene e che tra qualche mese alle Politiche quel 35% può diventare un 40% e portarci dritti al governo del Paese. In 5 anni abbiamo raddoppiato i voti», evidenzia Di Maio, secondo cui «senza i 130 mila voti dei voltagabbana dell’Udc che fino a ieri sosteneva Crocetta e i 90 mila raccattati dagli impresentabili, Cancelleri sarebbe presidente». Per le Politiche, «la vera sfida ora è coinvolgere coloro che non vanno a votare in un progetto di partecipazione attiva. Presto usciranno le regole per le candidature, ma una cosa è certa: non sarà il Rosatellum a fermare la nostra corsa», dichiara di Di Maio, assicurando che non ci saranno dimissioni di massa contro la legge elettorale. Sull'avviso di garanzia al sindaco di Torino Chiara Appendino, «parliamo di accuse che derivano da un fatto di cui non è diretta responsabile. Ha tutto il nostro sostegno», chiosa Di Maio.