PALERMO. "Se nella fase di composizione delle liste qualcuno non ha seguito i miei reiterati inviti alla prudenza, tutte le scelte che dipenderanno da me, invece, saranno improntate a questo criterio, nel rispetto delle mie convinzioni e in coerenza con la mia storia personale, a cominciare dalla formazione della giunta". Così il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, sull'arresto del deputato dell'Udc Cateno De Luca.
"I provvedimenti della magistratura, alla quale rinnovo fiducia e apprezzamento, si rispettano e non si commentano" ha aggiunto Musumeci. "La legge vigente - ha detto - mette le istituzioni al riparo da casi come quello odierno e la sua applicazione sarà garanzia di legalità".
Il neo presidente della Regione considera l’arresto di De Luca una macchia che potrebbe condizionare tutta l’azione di questa prima parte di legislatura, distogliendo la coalizione dai veri obiettivi programmatici.
E non sbaglia, il presidente della Regione, perché l’attacco al centrodestra e nei suoi confronti è già cominciato. Per Giancarlo Cancelleri, candidato grillino sconfitto appena tre giorni fa, “De Luca oggi viene arrestato ma ormai il danno è fatto. Non avrebbe mai dovuto essere candidato”. Cancelleri alza il tiro e ricorda che i diciassette candidati indagati o sotto processo o semplicemente parenti di politici finiti nel mirino della magistratura hanno portato nel centrodestra oltre 90 mila voti: “Senza i quali – è l’analisi di Cancelleri – il Movimento 5 Stelle avrebbe vinto”.
L’Udc si augura che De Luca possa chiarire i fatti. Ma sono indicative le parole della presidente della commissione Nazionale Antimafia, Rosy Bindi, che si augura che il caso di De Luca sia “uno degli ultimi”, al plurale… Segnale che i boatos su una legislatura che si annuncia ricca di colpi di scena in arrivo dalle procure potrebbero avere un fondamento.
Va ricordato che Musumeci in campagna elettorale era andato allo scontro con gli alleati che avevano candidato impresentabili e poi si era spinto fino a chiedere agli elettori di non votarli. Ma per Claudio Fava, candidato della Sinistra, ciò non è sufficiente e Musumeci ha la responsabilità “di aver portato la Regione all’umiliazione dell’arresto più veloce della storia”. Mentre il presidente uscente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, si augura che Musumeci “abbia il coraggio di resistere alle sollecitazioni che gli arriveranno dagli impresentabili. Persone che vanno tenute fuori dai giochi”.
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