
PALERMO. Fabrizio Micari «tradito» dal voto disgiunto. Il candidato del centrosinistra registra sette punti in meno della sua coalizione; e sette punti sono quelli che Giancarlo Cancelleri ha in più rispetto alla lista del M5s.
Gli appelli al «voto utile» lanciati in campagna elettorale dunque avrebbero danneggiato Micari e premiato Cancelleri, che probabilmente ha beneficiato di consensi provenienti da un pezzo di elettorato di centrosinistra.
Tra 1 e 2 punti sopra la lista 'Cento passi' è Claudio Fava, mentre Nello Musumeci è pressoché in linea col voto di coalizione.
Per il sottosegretario alla Salute Davide Faraone gli elettori in Sicilia «hanno praticato quello che normalmente avviene al secondo turno delle amministrative».
"Non vendendoci uniti e poco convinti - ha detto Faraone nel comitato elettorale di Fabrizio Micari a Palermo - hanno scelto Musumeci o Cancelleri. Hanno considerano queste elezioni come un ballottaggio ma al primo turno. Non è stata una valutazione su Micari, ma una scelta determinata dal fatto che o Musumeci o Cancelleri avrebbero vinto».
«Quando il centro sinistra si presenta diviso - ha osservato riferendosi al voto disgiunto - gli elettori ci vedono poco credibili ed alle urne votano un candidato deputato e una lista che più si avvicina e quello che pensano e un presidente diverso».
«Se andate a guardare il dato del voto disgiunto è abbastanza inquietante - ha osservato poi Faraone - e non riguarda la candidatura di Fabrizio Micari, che è stata una candidatura all’altezza e di qualità». «È stata l'anticipazione di un effetto di quello che normalmente avviene a un secondo turno» ha ribadito.
3 Commenti
Antonio@
06/11/2017 18:13
Sig.Faraone lei continua ad accampare scusa ad una sconfitta che è figlia di una gestione disastrosa del PD a livello locale. Il Pd ha perso in Sicilia non perché la sinistra si è divisa candidando Fava o perché Grasso non ha voluto presentarsi, ma perché ha sostenuto un precedente governo regionale (quello del signor Crocetta) incapace, inconcludente e irresponsabile e i risultati di questa pessima gestione sono una Sicilia fanalino di coda in tutte le classifiche economiche e sociali. Le sue analisi lasciano il tempo che trovano e non tengono conto di una verità assolutamente palese a tutti tranne che a lei. Credo che un bagno di sano realismo farebbe bene al gruppo dirigente locale e nazionale del Pd, magari facendo un giro per le periferie degradate, le fabbriche chiuse, guardando e toccando la povertà morale e materiale che ammorba la Sicilia, povertà e degrado di cui siete corresponsabili.
Gaspare daidone
06/11/2017 21:11
Antonio sono perfettamente d'accordo con te.E' giusto che i Dirigenti politici del PD facciano le dovute riflessioni. Governano la Sicilia da 5 anni così come la loro presenza e' nel governo nazionale, una disfatta così non può essere addebitata ad una mancata candidatura e / o ad altre scuse. Del governo Crocetta io da Siciliano e votante da sempre a sinistra mi ricordo solo l'annuncio dell'eliminazione delle Provincie che dopo 5 anni ci ritroviamo e probabilmente dovremo rivotarle.Di altro non ricordo se non il cambio continuo di assessori e dirigenti.... Governare bene e' un cosa seria....e non si può delegare ad atteggiamenti "uterini" . Sono tra quelli che ha rivoltato Pd deluso dal governo Crocetta.
Ruggero II
06/11/2017 19:12
Il centrosinistra ha perso perché Crocetta è stato un disastro. I siciliani vogliono un cambiamento reale che porti idee nuove, crescita e occupazione. Siamo stufi di ciarlatani, di professionisti dell'antimafia e di incapaci...vogliamo solo serietà e sviluppo in una terra in cui si possa pensare ad un futuro e far crescere i propri figli...
Franco Pizzuto
07/11/2017 15:44
La sinistra ha perso perché è stata sempre minoranza in Sicilia e l'unica volta che ha vinto è perché ha goduto della divisione nel centrodestra. Per quanto riguarda invece la questione Grasso non condivido il fatto di attribuire alla ritardata risposta del presidente del senato alla rinuncia della candidatura la sconfitta del 5/11 ma piuttosto non hanno giovato le sue dichiarazioni alla vigilia del voto di dimissioni dal gruppo PD e le valutazioni negative espresse nei confronti del suo ex partito. La scelta del momento credo non sia stata per caso ma tesa a dare una mano al candidato della sinistra radicale verso la quale , come lo stesso Bersani ha fatto intendere in più occasioni, Grasso guarda con simpatia svestendo di fatto i panni della carica istituzionale terza e vestendo quelli di potenziale leader di una parte.