Lunedì 25 Novembre 2024

Le sfide più dure nei partiti: da Enna a Trapani, tutti i big a rischio

PALERMO. L’unica certezza è che tanti, tantissimi, big resteranno fuori dall’Ars. E che le sfide elettorali dall’esito più incerto non sono quelle fra i partiti ma quelle dentro i partiti, dove i potentati locali più che le correnti si stanno giocando la sopravvivenza politica.

Prendete Catania, per esempio, lì per effetto della riforma che riduce da 90 a 70 i deputati si eleggono 13 onorevoli invece che 17. E con i grillini accreditati a livello regionale di una media di circa il 30%, gli spazi per i partiti tradizionali si riducono di molto. All’ombra dell’Etna è nel Pd che si gioca la sfida più infuocata: il renziano uscente Luca Sammartino è dato come favorito per uno dei due posti che i sondaggi assegnano al partito e l’altro se lo contendono l’assessore uscente al Turismo, Anthony Barbagallo (area Franceschini), e l’ex segretario della Cgil Angelo Villari, espressione dell’area Orlando.

È più o meno quello che succederà in Forza Italia, dove dietro Marco Falcone si misurano le ambizioni di Alfio Papale (uscente vicino a Pogliese) e Alessandro Porto che è tutt’ora capogruppo al Comune della lista di Enzo Bianco ma ha scelto Berlusconi per le Regionali.

L’outsider è Letterio Daidone che si muove nel mondo della sanità ma la vera mina vagante è Riccardo Pellegrino, il candidato che è finito al centro della polemica sulle liste pulite perché in una intercettazione rimpiangerebbe i tempi di Santapaola e altri boss. Catania è la città di Claudio Fava che a sua volta ha messo in lista Vittorio Bertone, il figlio del procuratore di Caltanissetta.

L’ultimo derby è nella lista degli alfaniani, dove per un posto all’Ars, sono in lizza l’uscente Marco Forzese e Nuccio Condorelli che porta con sè i voti di Castiglione e Firrarello. Perfino nei 5 Stelle potrebbe esserci un derby visto che i posti certi sono due e ci sono tre uscenti in corsa: Gianina Ciancio, Francesco Cappello e Angela Foti. Infine per un posto che i sondaggi attribuiscono alla lista Popolari/Autonomisti sono in corsa il senatore lombardiano Pippo Compagnone, l’uscente Salvo Giuffrida e il renziano Gianfranco Vullo che ha scelto di passare nel centrodestra.

I derby a Palermo

E seppure in palio ci siano più posti, 16 in totale, a Palermo la partita è ancora più difficile. Soprattutto dentro Forza Italia. Gli azzurri aspirano a tre seggi. Gianfranco Miccichè si misura in vista della corsa alla presidenza dell’Ars sostenuto da Francesco Scoma e Francesco Cascio. Secondo i pronostici interni, gli uscenti Giuseppe Milazzo e Riccardo Savona sono i favoriti per il secondo e terzo posto ma gli outsider sono tanti: Marianna Caronia, la più votata al Comune, l’uscente Totò Lentini arrivato dall’Udc, Marcello Tricoli che è sostenuto dall’area Gasparri, l’imprenditore ex Udc Tommaso Gargano e l’avvocato monarchico Michele Pivetti Gagliardi. Un vantaggio agli sfidanti potrebbe arrivare dalla vittoria di Musumeci, visto che Miccichè è nel listino che assicura la maggioranza e quindi lascerebbe libero un posto.

Sempre a Palermo e sempre nel centrodestra un altro derby è nell’Udc, dove due ex berlusconiani si contendono un posto: Vincenzo Figuccia e Pietro Alongi. Mentre nella lista di Saverio Romano e Lombardo, i Popolari e Autonomisti, il derby è fra Toto Cordaro e Roberto Clemente. Nella stessa lista l’ex rettore Roberto Lagalla spera nella vittoria di Musumeci per entrare poi in giunta. Nella lista Diventerà Bellissima l’ex deputato Alessandro Aricò ci riprova. Mentre la Lega schiera Mario Caputo, fratello dell’ex deputato Salvino.

Nel Pd palermitano l’aspirazione è quella di conquistare due seggi, altrimenti sarà sfida fra Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo che devono respingere gli outsider Alice Anselmo, Salvo Lo Biundo e Fabrizio Ferrara. E in Sicilia Futura, il movimento di Cardinale, la partita si giocherà fra tre uscenti: Edy Tamajo, Salvatore Lo Giudice, Giovanni Di Giacinto. Così come nella lista degli alfaniani, Ap, Mario Latteri sponsorizzato da Dore Misuraca sfida l’assessore uscente Carmencita Mangano. Nella lista di Fava, I Cento Passi, Pino Apprendi prova la rielezione e sfida Ottavio Navarra e la socialista Fabiana Gattuso spinta da Turi Lombardo. Partita apertissima dentro la lista grillina: gli uscenti sono due, Gianpiero Trizzino e Salvatore Siragusa ma i posti per questa lista potrebbero perfino essere tre.

I ras del voto a Messina

A Messina si eleggono otto deputati (erano 11 fino a 5 anni fa) e la sfida è tutta dentro Forza Italia, dove si spera di eleggere due deputati ma il seggio certo per ora è solo uno: in corsa ci sono Luigi Genovese (il figlio di Francantonio, ras del voto ex Pd travolto dallo scandalo formazione), e gli uscenti Nino Germanà (rientrato dall’area Alfano) e Santi Formica. Allo stesso modo in riva allo Stretto il Pd prova ad eleggere due deputati ma potrebbe fermarsi a uno e in corsa sono tre: l’uscente renziano Pippo Laccoto, Emanuele Giglia sostenuto dal deputato uscente Filippo Panarello e il direttore dell’università Francesco De Domenico. Nella lista Ap ci riprova Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars uscente e nell’Udc c’è Cateno De Luca che divenne famoso per lo spogliarello di protesta in sala stampa ai tempi di Lombardo. In Sicilia Futura il derby per un posto è fra Giuseppe Picciolo e Marcello Greco.

I ras del voto a Enna

Numeri e ambizioni molto distanti da quello che sta accadendo a Enna, dove i deputati da eleggere sono due: se uno andrà ai grillini, l’altro se lo contenderanno l’assessore uscente Luisa Lantieri, spinta da Mirello Crisafulli e vicina in passato a Cuffaro, e Mario Alloro abbandonato invece proprio da Crisafulli.

A Trapani le sfide più accese

Probabilmente la partita più difficile si gioca però a Trapani, dove si eleggono appena 5 deputati. In Forza Italia ad aspirare a un posto sono almeno in 4, tutti fortissimi: Silvia Calvanico (figlia di un ex dirigente della Regione) è l’unica candidata in tutta la Sicilia per cui Totò Cuffaro si è esplicitamente impegnato ed è spinta pure dal senatore D’Alì, Stefano Pellegrino è l’uscente che era entrato all’Ars grazie alle dimissioni di Mimmo Fazio. I due favoriti, sulla carta, sono però l’uscente Giovanni Lo Sciuto e Toni Scilla molto vicino al mondo dei pescatori mazaresi.

Una sfida analoga a Trapani si consuma nel Pd: dove per un posto sono in corsa l’assessore uscente alla Sanità Baldo Gucciardi che sta sfruttando l’onda lunga dei concorsi e delle assunzioni a raffica nelle Asp, e Paolo Ruggirello. Stessa storia in Sicilia Futura dove il socialista Nino Oddo deve respingere l’offensiva di Giacomo Scala, ex sindaco di Alcamo e candidato di Cardinale e Papania. Mimmo Turano, Udc, spera nella vittoria di Musumeci per entrare all’Ars tramite il listino: in quel caso potrebbe lasciare spazio a Eleonora Lo Curto.

Le anomalie di Siracusa

Tanti derby anche a Siracusa, dove succedono le cose più strane per eleggere i 5 deputati. Intanto c’è un sindaco renziano che non sostiene la lista del Pd: Garozzo si è infatti già speso per Gaetano Cutrufo, presidente della locale squadra di calcio e candidato in Ap, dove sfida l’uscente presidente della commissione Bilancio dell’Ars Vincenzo Vinciullo. Nel Pd invece si sfidano tutte le altre correnti per un posto: l’assessore alla Formazione Bruno Marziano (area Orlando) deve respingere gli attacchi di Paolo Amenta (area Franceschini) e Giovanni Cafeo (area Raciti-Foti). Tutta da sviluppare la sfida in Forza Italia: il favorito era Antonello Rizza, ex sindaco di Priolo finito agli arresti in campagna elettorale e sostenuto da Stefania Prestigiacomo. La sua vicenda giudiziaria ha riaperto la partita e ora a sperare sono anche Edy Bandiera e Rossana Cannata, sorella del sindaco di Avola. Derby tra due uscenti nell’Udc, dove l’unico posto è conteso dal notaio Giovanbattista Coltraro (finito in una inchiesta l’anno scorso) e l’ex sindaco di Melilli Pippo Sorbello.

Ragusa, braccio di ferro nel Pd

A Ragusa si eleggono 4 deputati e i partiti temono che due finiscano ai grillini. Per questo i duelli sono stati senza esclusione di colpi nel Pd fra i due uscenti Pippo Digiacomo e Nello Dipasquale. Idem in Forza Italia dove il deputato di lungo corso Orazio Ragusa ha lasciato l’Udc alla vigilia della presentazione delle liste per sfidare l’ex senatore Giovanni Mauro. Anche se nella provincia più lontana il candidato più forte potrebbe essere Giorgio Assenza, punta di diamante della lista Diventerà Bellissima.

I cambi di maglia ad Agrigento

Inevitabilmente anche ad Agrigento molti giocatori hanno cambiato maglia poco prima di entrare in campo. Un esempio? L’Udc. Nello scudocrociato corre l’ex alfaniano ed ex berlusconiano Salvatore Iacolino, rientrato all’Asp dopo gli anni all’Europarlamento. Lo sfidano gli uscenti Margherita La Rocca Ruvolo, che è anche sindaco di Montevago e ha lasciato D’Alia per Cesa, e Gaetano Cani. Alfano schiera invece due fedelissimi per un posto: l’attuale presidente della commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Marinello, e il deputato all’Ars uscente Vincenzo Fontana. Nel Pd agrigentino la sfida è fra l’uscente Giovanni Panepinto e l’assessore alle Attività Produttive Mariella Lo Bello, spinta da Crocetta. Derby anche in Sicilia Futura, dove Michele Cimino contende a Salvatore Cascio l’unico posto probabile. In Forza Italia invece Riccardo Gallo Afflitto, politico che si è sempre mosso fra Alfano e Cuffaro, punta al seggio ma dovrà respingere le insidie di Patrizia Marino (moglie dell’ex presidente della Provincia, D’Orsi) e dell’ex deputato Vincenzo Giambrone. Diventerà Bellissima verrà trainata da Giusy Savarino, storica cuffariana che con Musumeci ha poi fondato il movimento che dà il nome alla lista.

L’incognita grillina a Caltanissetta

A Caltanissetta si eleggono appena tre deputati. E con l’incognita grillini (quanti ne prenderanno visto che è la provincia di Cancelleri?) la sfida è fra Giuseppe Arancio del Pd, l’ex assessore alla Famiglia Gianluca Miccichè che si è candidato in Sicilia Futura dopo lo scandalo dell’abbandono dei disabili e l’addio ad Ap, e Giuseppe Federico di Forza Italia.

Le variabili

Le incognite in realtà sono molte di più in tutta la Sicilia. Se vincessero i grillini, con una percentuale evidentemente superiore al 33%, eleggerebbero da soli fra i 35 e i 30 deputati e questo taglierebbe le gambe a tutti i calcoli della vigilia fatti dai partiti. Allo stesso modo se vincessero Musumeci o Micari il gioco dei candidati eletti nel listino-premio di maggioranza permetterebbe di ripescare qualche trombato eccellente nelle liste provinciali. Infine, e ovviamente, tutti i pronostici sono condizionati dal dato degli astensionisti, oggi stimato intorno al 50%: se saranno di o più di meno i derby avranno un esito ancora più difficile da prevedere.

leggi l'articolo completo