PALERMO. "La concretezza con cui noi riusciamo a parlare e individuare il luogo, il punto, il momento in cui si annida la minaccia, la presenza, la concorrenza dell'economia mafiosa, ha bisogno di un po' meno di letteratura e un po' più di capacità, anche di coraggio politico e civile di fare i nomi e i cognomi". Così Claudio Fava, candidato alla presidenza della Regione Sicilia per "Cento Passi per la Sicilia", ha risposto a Serena Bortone ad Agorà, Rai Tre, a proposito delle elezioni siciliane e dell'impegno dei candidati contro la mafia. "Non nomi e cognomi degli impresentabili perché hanno ricevuto un avviso di garanzia per abuso d'ufficio, ma delle famiglie di sostanza: da Messina Denaro a Santapaola ad Ercolano, che continuano a controllare un pezzo dell'economia siciliana. Questi nomi io non li sento fare a Cancelleri, lo sento parlare genericamente di quanto sarebbe bella una Sicilia in cui nessun magistrato corre il rischio di essere ammazzato, ma la concretezza di questa incisività della mafia nell'economia siciliana resta molto fumosa".