ROMA. Ignazio Visco resta al vertice della Banca d’Italia per un altro mandato di sei anni: ma dal cdm che lo ha designato, prima della firma del presidente della Repubblica, restano fuori i ministri vicini a Matteo Renzi e lo stesso segretario del Pd mantiene le distanze dalla nomina che ha fortemente osteggiato, pur augurando al governatore «buon lavoro». Si chiude così, sul filo della scadenza di fine mese, una fase di incertezza sulla scelta del governatore, tornato ieri da Francoforte dove la Bce osservava a distanza, e con qualche preoccupazione per l’indipendenza dell’istituzione, lo scontro politico asprissimo sul governatore. Non si chiude, invece, lo strascico di polemiche, e non è detto che la nomina metta al riparo la Banca d’Italia dalle accuse per la gestione della crisi bancaria, fra procure che passano al setaccio gli atti e la Commissione bicamerale d’inchiesta che rischia di rispecchiare la bagarre fra i partiti. Renzi, protagonista dietro le quinte della mozione che dieci giorni fa aveva chiesto «discontinuità» alla Banca d’Italia scatenando la bagarre su una nomina che pareva cosa fatta, riafferma il rispetto per il premier Paolo Gentiloni. Nel primo pomeriggio, con il decreto di nomina ormai firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tiene il punto ma prova a mettere uno stop alle polemiche: «ciascuno rimane con le proprie idee, ma il fatto che si possa essere di opinioni diverse non cambia nulla al desiderio di lavorare insieme per il futuro del Paese». E spiega: «la scelta è stata diversa da come avrei auspicato ma oggi il rispetto istituzionale prevede che si faccia gli auguri di buon lavoro al governatore Visco e si chiuda qui». Alla riunione del cdm, che dopo il parere a favore di Visco del Consiglio superiore di Bankitalia ha confermato il governatore in pochi minuti, erano assenti i ministri Graziano Delrio, Beatrice Lorenzin, Maurizio Martina, Luca Lotti. E non c'era per motivi di salute il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, cui molti nell’opposizione avevano chiesto di non partecipare per conflitto d’interessi per le vicende di Banca Etruria. Assenze vistose, vista l’importanza della nomina, che non aiutano a mettere pace: fra gli altri ministri del Pd vi sarebbe stato disappunto per la decisione dei renziani, mentre i portavoce del Movimento 5 Stelle parlano di un governatore "totalmente delegittimato e fiaccato dalla guerra a bassa intensità che Renzi e i suoi hanno deciso di scatenare». Se il ministro della Giustizia Andrea Orlando apre ora a una fase di riflessione sulla Vigilanza, magari attraverso la Commissione d’inchiesta, Massimo D’Alema parla di un Renzi che in modo "rozzo e maldestro» ha obbligato a confermare Visco. Matteo Salvini, segretario della Lega, parla della conferma di Visco, che a suo parere «non ha vigilato», come di un «colpo di coda dei poteri forti». E Renato Brunetta di Forza Italia, vicepresidente della COmmissione d’inchiesta sulle banche, evoca il rapporto «ormai perverso fra il Pd di Renzi e il governo Gentiloni» e dice che «siamo ormai alle comiche finali».