BRUXELLES. Nuovo colpo per l'area Schengen. La Commissione Ue, cinta d'assedio dalle cancellerie, ha presentato una proposta per estendere fino a tre anni la possibilità di controlli temporanei alle frontiere interne, per esigenze di sicurezza, come quelle che derivano dalla minaccia terroristica. Ma ha anche sollecitato a fare di più sui rimpatri, poiché ha stimato che presto i migranti economici da espellere dai confini europei raggiungeranno quota 1,5 milioni.
"Se Schengen muore, sarà l'inizio della fine dell'Europa", è stato il monito severo del commissario europeo Dimitris Avramopoulos a commento delle voci che si rincorrono in Europa negli ultimi giorni.
Voci che si sono alimentate anche dell'indebolimento della cancelliera Angela Merkel e l'ingresso del 17% dell'estrema destra di Alternative Fuer Deutschland al Bundestag, mentre l'Austria, al voto il 15 ottobre, vede il candidato conservatore Sebastian Kurz, considerato l'uomo della svolta anti-migranti, a vele spiegate.
L'unico segnale che corre in aiuto di Bruxelles sembrano essere le parole del presidente francese Emmanuel Macron alla Sorbona, "dimostrano che possiamo contare sulla Francia per le nostre politiche su sicurezza e migrazione", ha osservato Avramopoulos, chiedendo l'ingresso di Romania e Bulgaria nell'area di libera circolazione.
Ma a spingere per la proposta presentata, è stato soprattutto l'Eliseo, che con Berlino, Vienna, Copenaghen e Oslo, a inizio mese, ha scritto a Bruxelles per chiedere nuovi margini legali per andare avanti nel presidio dei propri confini, perché "le frontiere esterne sono insicure e il fenomeno terroristico è di natura transnazionale".
Questa volta, per salvare Schengen, la Commissione ha previsto di emendare l'articolo 25 del Codice, quello che attualmente permette la reintroduzione dei check per 6 mesi, per cause prevedibili che pongono a rischio l'ordine e la sicurezza del Paese, estendendo il periodo fino ad un anno. Nel caso però che al termine dell'anno il Paese ritenga il sussistere di una grave minaccia legata alla stessa motivazione, Bruxelles ha studiato una nuova procedura, l'articolo 27a, che permette di andare avanti fino ad un massimo di altri due anni.
Un meccanismo che può scattare solo dopo una raccomandazione del Consiglio, sulla base di un'opinione della Commissione Ue. "Abbiamo introdotto salvaguardie procedurali più forti per assicurare che i controlli alle frontiere interne restino un'eccezione, l'ultima spiaggia, e siano usate solo se necessarie e proporzionate, limitando l'impatto sulla libera circolazione", ha cercato di rassicurare il commissario.
Germania, Austria, Danimarca e Norvegia, grazie all'articolo 29 dello stesso codice, studiato per la 'protezione' da flussi migratori irregolari straordinari, e attivato in occasione dell'ondata eccezionale sulla rotta dei Balcani occidentali del 2015, hanno ottenuto di esercitare controlli, per quasi due anni, ad alcuni dei propri confini nazionali. Ma l'ultima "improrogabile scadenza", come ha ribadito da Avramopoulos, è per l'11 novembre. E anche la Francia, il Paese dell'Unione più colpito dagli attacchi dell'Isis, ha in vigore controlli a tutti i suoi confini dal novembre 2015, che anche in questo caso scadranno a novembre. Difficile però che la nuova proposta della Commissione Ue arrivi in porto per novembre (dovrà passare da Consiglio e Parlamento Ue), ragion per cui c'è da scommettere che, nel frattempo, le cancellerie pensino a nuovi escamotage.
I SOCCORSI IN MARE
Intanto proseguono i soccorsi di imbarcazioni carichi di migranti in acque europee: Grecia e Italia, le coste per lo più di approdo. Una bambina di 9 anni è morta in ospedale dopo essere stata soccorsa al largo dell'isola greca di Kastellorizo da un'imbarcazione Frontex che è riuscita a soccorrere altri cinque migranti. Lo riferiscono le autorità greca senza precisare se l'imbarcazione sulla quale viaggiavano si sia ribaltata o sia affondata.
Altri 20 migranti, che dopo il naufragio sono riusciti a raggiungere a nuoto un'isoletta vicina, sono stati salvati dalla Guardia costiera ellenica.
MIGRANTI, PRIMO SOCCORSO DELLA GUARDIA COSTIERA LIBICA
Due imbarcazioni cariche di migranti sono state localizzate e soccorse, ieri mattina, a circa 20 miglia a nord-est di Tripoli, all'interno della zona di responsabilità di soccorso recentemente dichiarata dalla Libia. Lo rende noto un comunicato della Marina militare.
"In zona - spiega la nota - era presente una unità della Guardia Costiera libica che ha dichiarato 'evento Sar' (Search and Rescue). Il mezzo stava effettuando le verifiche di efficienza al mare, a seguito dell'intervento dei tecnici della Marina Militare presenti nel porto di Tripoli a bordo di Nave Tremiti: è questo uno dei primi evidenti risultati delle attività di supporto tecnico e operativo fornite alle unità della Marina e della Guardia Costiera libiche".
"La Guardia Costiera libica ha assunto la responsabilità del soccorso e, pertanto, alla sua unità è stato assegnato il ruolo, previsto dalla normativa internazionale, di coordinatore delle azioni di soccorso. Essendo presente in area Nave Doria, il comandante libico ha chiesto che l'unità italiana potesse prestare eventualmente assistenza. Nave Doria ha reso disponibile un adeguato numero di salvagenti per garantire le necessarie condizioni di sicurezza che hanno permesso l'avvio delle operazioni di salvataggio a cura dell'unità libica", conclude la nota.
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