PALERMO. A 54 giorni dalle elezioni e dunque dalla chiusura della legislatura, Carlo Vermiglio annuncia di volersi dimettere dalla carica di assessore regionale ai Beni Culturali. E il governatore non sembra trattenerlo, anzi con una lettera Rosario Crocetta gli fa sapere che "questo è il momento in cui tutti gli assessori della Regione scendano in campo senza tentennamenti" (leggi la lettera integrale di Crocetta). È l’ultimo atto di un controverso rapporto fra l’assessore e il presidente Crocetta. Vermiglio è entrato in giunta due anni fa sulla spinta dell’alleanza fra Pd e Ap (all’epoca Ncd). Il suo big sponsor è il deputato messinese alfaniano Nino Germanà. Ma ora Germanà è a un passo dal rientrare in Forza Italia e per questo motivo Crocetta ha detto che si attende le dimissioni dell’assessore se questi non accetterà una candidatura nelle liste del centrosinistra (in particolare del Megafono). A questo punto Vermiglio ha preso carta e penna e ha scritto al presidente della Regione: «Sono entrato nel governo come tecnico indicato dall’area ex Ncd – oggi AP – ed ho svolto la delega assessoriale senza mai far prevalere meri interessi politici. Come in più occasioni precisato, avrei proseguito l’esperienza di governo dei Beni Culturali finché avessi goduto del sostegno tuo e del gruppo politico che mi ha indicato. Apprendo tuttavia dalla stampa che sarebbe tua intenzione propormi alternativamente la candidatura in una delle tue liste ovvero di lasciare la giunta di governo. Se venissero confermate le dichiarazioni a te attribuite - è il punto cruciale della lettera di Vermiglio a Crocetta - provvederei a consegnare le mie dimissioni domani stesso». Vermiglio conclude così la sua lettera a Crocetta: «Non ho mai preso parte a competizioni elettorali, non ho tessera di partito e ho improntato unicamente la mia azione al raggiungimento di obiettivi di qualità nell’interesse della Sicilia e del suo patrimonio culturale. Anche in questo momento non intendo introdurre deroghe a questo principio. Ti ringrazio per avermi consentito questo esaltante percorso». Vermiglio aveva già resistito a una richiesta di dimissioni, a fine maggio quando prima D’Alia e poi lo stesso Alfano avevano annunciato l’intenzione di uscire dalla giunta e dalla maggioranza. In quella circostanza tuttavia l’annuncio di imminenti dimissioni non fu seguito dai fatti.