PALERMO. Meno 75 giorni al voto e 13 candidati (almeno sulla carta). Gli unici numeri certi della corsa a Palazzo d'Orleans sono questi: che il 5 novembre i siciliani andranno alle urne e che sulla scheda potrebbero dover scegliere fra un battaglione di nome.
I leader del centrosinistra sono indecisi su che strada prendere fra i due rettori Micari e Lagalla e i nomi indicati da Pier Ferdinando Casini: D'Alia, La Via e Misuraca. Nel frattempo Rosario Crocetta non si muove di un millimetro: invoca ancora le primarie, che non si faranno, in cambio di un suo passo indietro verso la candidatura a presidente della Regione.
Il centrodestra, invece, rischia di arrivare più che frammentato all'appuntamento elettorale. I tentativi di giungere ad un accordo sul nome del candidato sono ancora in alto mare e la sfida tra Gaetano Armao e Nello Musumeci è ad un passo dal portare ad una spaccatura definitiva.
"Ci sono le condizioni per andare da soli, come nel '94 potremmo ripetere la stessa esperienza" avverte Gianfranco Miccichè, dopo la decisione di Fratelli d'Italia di avanzare la candidatura di Musumeci in modo autonomo. Silvio Berlusconi insomma si sarebbe convinto ad andare avanti con la candidatura di Armao nonostante gli appelli rivolti da Fdi e Lega ad appoggiare Musumeci, anche in ticket con Armao.
Ieri nuove prese di posizione fra le fila del centrodestra, ovviamente di segno diametralmente opposto l'una all'altra. Il senatore di Forza Italia, Antonio d'Alì: "In Sicilia Forza Italia ha ottimi candidati sui quali il coordinatore Miccichè ha tentato un lavoro di dialogo e di compattamento sino alla fine. Non si tratta di ingoiare rospi, ma di dare un governo di qualità alla Sicilia. La serietà della proposta e dell'intento del presidente Berlusconi dovrebbe piuttosto far riflettere l'intero centrodestra. Forse qualcuno è stato troppo abituato alla disponibilità di Forza Italia, ma esiste un limite a tutto. Bene fanno Berlusconi e Miccichè a lanciare la competente presidenza dell'avvocato Armao, in grado di rappresentare tutti i siciliani, senza estremismi e prepotenze".
Di segno opposto la colorata uscita su Twitter di Francesco Storace, presidente del Movimento Nazionale: "Chi ha il telefonino di Berlusconi me lo mandi. Non riesco a fargli sapere che sta facendo una cazzata in Sicilia".
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