PALERMO. Un candidato, non per forza 'civicò, ma che possa mettere d’accordo il Pd con i centristi di Alfano, con cui si profila un accordo più ampio anche su scala nazionale, con la sinistra, che piaccia a Leoluca Orlando e che non dispiaccia a Rosario Crocetta che oggi ha lanciato il suo ultimatum: «primarie o mi ricandido io». A piccoli passi ma anche il centrosinistra potrebbe arrivare presto a definire il suo candidato per la corsa a palazzo D’Orleans. Già in settimana dovrebbe esserci una stretta sul nome del candidato che superi i veti incrociati delle diverse forze in campo e che tenti il più possibile di riproporre quel largo assetto vincente che ha già permesso al centro-sinistra di riconquistare Palermo.
Mentre Silvio Berlusconi, che medita un blitz siciliano, sembra sempre più tentato dall’idea di far correre Fi da sola con Gaetano Armao, lasciandosi alle spalle Lega e FdI con il loro tentativo di imporre Nello Musumeci, il Pd non dispera di riuscire a mettere tutti d’accordo nella convinzione, si ragiona tra i dem, che «più del candidato alla fine contano le alleanze». Ora però sembra quasi superata la fase in cui ognuno degli 'alleatì ha cercato di imporre i suoi nomi e sembra più vicina la soluzione che «non lasci nessuno sconfitto». Non si faranno le primarie, come chiede Crocetta, ma un suo 'consiglio' non potrà essere di certo ignorato, così come quello di Orlando che preme tanto per la candidatura del rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari. Che non piace ad Alfano ma piace a Mdp e Si che a loro volta sono però più preoccupati che possa spuntarla un candidato dell’area moderata.
E che avevano proposto, tra gli altri, il nome dell’eurodeputata del Pd, Caterina Chinnici. I centristi hanno dal canto loro messo sul piatto alcuni nomi, tra cui Giampiero D’Alia e Dore Misuraca. Il Pd ha invece messo in campo i nomi di Davide Faraone e, soprattutto, quello che al momento sembra godere di maggiore chance, del vicepresidente dell’Ars, Giuseppe Lupo.
Intanto appare sempre più probabile che un accordo in Sicilia tra Pd e Alfano possa presagire ad una intesa più ampia su scala nazionale. I dem negano accordi che passino anche per le regole elettorali ma non è escluso che l’esperimento in Sicilia possa fare da apripista ad altri accordi regionali in vista del voto per il Senato.
«Ci vorrebbe un movimento di opinione, un movimento di popolo che si muova per vincere questa battaglia» si scalda intanto il deputato siciliano Michele Anzaldi che non a caso rilancia le parole di sfida della fotografa palermitana Letizia Battaglia. "Serve un centro-sinistra che apra al centro, quello buono. Da soli i piccoli partiti di sinistra non andranno da nessuna parte, temo. Nonostante tutte le contraddizioni non vedo alternative» afferma anche la fotografa.
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