ROMA. Quasi uno slalom tra i veti incrociati, ma con la ferma determinazione di arrivare vincente al traguardo. Il caso Sicilia ha fatto lievitare le quotazioni di Angelino Alfano che a pochi mesi dalle elezioni politiche è inaspettatamente diventato il leader più corteggiato. Nei prossimi giorni si scioglierà il rebus del voto siciliano che potrebbe poi aprire le porte ad un accordo anche a livello nazionale (molto dipenderà dal tipo di legge elettorale). Nel frattempo il confronto negli schieramenti procede a singhiozzo e il borsino di Alfano sale e scende alternativamente nei due schieramenti. Così nel centrosinistra l'apertura del ministro Andrea Orlando ad una coalizione allargata sia verso sinistra sia verso i centristi è poi stata stoppata da Mdp, mentre nel centrodestra anche tra i più ostili al ritorno del leader centrista si stanno registrando a sorpresa dei ripensamenti. La posta in gioco è troppo alta per rimanere bloccati nella palude del risentimento. E parallelamente va avanti il pressing di Pier Ferdinando Casini verso Ap per una alleanza con il centrosinistra. Ma le manovre di avvicinamento del centrodestra si intensificano: ormai quotidiane sono le interviste concesse da Silvio Berlusconi, che sempre più suadente ed ecumenico si rivolge ai più duri e puri del centrodestra (Giorgia Meloni e Matteo Salvini) chiedendo buonsenso e buona volontà ("solo se si è uniti si vince"). Ma qui la partita si fa più complessa. Quell'osso duro della Meloni non ne vuol sapere di accogliere in casa nel centrodestra il "figliol prodigo" Alfano. Ma lo stesso leader di Ap non intende chinare il capo e anzi punta a meglio investire il suo tesoretto di voti. Anche l'ultimo appello del Cavaliere alla leader di Fdi non ha sortito l'effetto sperato. Anzi. Giorgia Meloni ha risposto con un controappello: "Anch'io sogno di dare alla Sicilia un governo di rottura con il passato: ma come è possibile farlo alleandosi a chi governa con Renzi e con Crocetta? La gente non sopporta più il gioco delle tre carte. Quindi lancio io un appello a Berlusconi: costruiamo una proposta seria per vincere". E basta perdere tempo con Alfano. In Sicilia, aggiunge, "vale la pena rischiare di vincere con una proposta credibile. Il coraggio è meglio della marmellata politica". Non ci sta il centrista Lorenzo Cesa che mette in guardia la leader di Fdi, e non solo, dal rischio tafazzismo: "In Sicilia è in atto una corsa masochista per far vincere il Movimento di Grillo o il Partito Democratico. Chiediamo alla Meloni a cosa serva mettere paletti o dire no preconcetti ad alleanze ampie che potrebbero risollevare l'isola dopo anni difficili".