PALERMO. Il voto all'Ars che sostanzialmente "resuscita" le vecchie Province non piace ai sindaci delle due più grandi città metropolitane della Sicilia: Leoluca Orlando ed Enzo Bianco.
Il sindaco di Palermo, il cui modello politico che ha portato alla sua rielezione è stato promosso dai vertici del suo partito, non usa mezzi termini e parla del voto di ieri come un simbolo dell'intera legislatura targata Crocetta: "Abbiamo avuto la conferma di come quella che si appresta finalmente a finire sia la peggiore legislatura della storia siciliana repubblicana. Una ulteriore conferma di quanto sia urgente e necessaria la discontinuità non soltanto col governo ma anche col modo di fare politica rappresentato da questa Assemblea regionale".
"Mentre si susseguono le emergenze sociali, economiche ed ambientali e mentre tutte le statistiche confermano come la Sicilia, senza una veloce inversione di rotta, è destinata al sottosviluppo per decenni - afferma Orlando - una accozzaglia politica variegata usa il Parlamento per l'ennesima marchetta pre-elettorale volta unicamente a creare poltrone ed aspettative di poltrone, indennità ed aspettative di indennità da usare come merce di scambio nella imminente campagna elettorale o come paracadute per coloro che non saranno riconfermati".
Sulla stessa linea il sindaco di Catania, Enzo Bianco: "Questo atto non potrà avere alcuna attuazione grazie all'impugnativa del governo che anche i capigruppo all'Ars intervenuti ieri danno per certa - aggiunge -. Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone ha opportunamente evitato di partecipare al voto, con un'assenza che dice molto sul giudizio relativo a questa pasticciata riforma. Sono certo che una legge simile non passerà, non è la prima volta che si verifica questo avanti e indietro. Purtroppo siamo di fronte ad un'inutile perdita di tempo e ad una inutile confusione che getta discredito sulle istituzioni dando alla gente la netta sensazione che si voglia riaprire una nuova stagione di caccia alle poltrone ed alle indennità".
Contro la norma anche il segretario regionale del sindacato Csa Giuseppe Badagliacca e il responsabile del dipartimento Santino Paladino: "E' destinata a sciogliersi come neve al sole e sarà certamente impugnata dal Consiglio dei Ministri a nostro avviso anche prima delle elezioni regionali di novembre. Mentre da un lato non si riescono a trovare risorse per far funzionare gli enti e garantire livelli occupazionali e retribuzioni, dall'altro i politicanti nostrani pensano di gravare sugli stessi con altre spese per gli organi politici".
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