ROMA. Dopo settimane di bagarre, dietrofront e scontro tra Pd e M5S, alla Camera il ddl sullo stop dei vitalizi arriva ad un passo dal traguardo. Oggi sarà il giorno del voto finale di un provvedimento che vede, di fatto, l'ok di Pd, M5S, Lega e Fdi ma anche di Sinistra Italiana e di Mdp. Il gruppo Pd annuncia il "sì compatto di una legge che rivendichiamo con forza", spiega Il capogruppo Ettore Rosato. Ma, nel corso della riunione, qualche malumore non manca con Michele Bordo e Maino Manchi, ad esempio, che criticano la "deriva grillina" presa dal Pd con il provvedimento. Una legge che, oltre all'ira degli ex parlamentari, vede la contrarietà dei centristi e di FI. "Il Pd si sta intestando un abominio", attacca il capogruppo Renato Brunetta anche se, sul voto finale, l'ordine di scuderia sarebbe quello dell'astensione per evitare di apparire una forza pro-casta. E, tra gli azzurri c'è anche chi, come Maria Stella Gelmini - tra i firmatari della proposta - potrebbe anche votare sì. L'ok finale, comunque, non sembra in discussione. E se al Senato il ddl passasse, dalla prossima legislatura l'assegno ai parlamentari sarà più light e arriverà più tardi, equiparando deputati e senatori ai dipendenti pubblici. Il sistema contributivo - con tanto di legge Fornero - varrà anche agli ex parlamentari mentre la legge si applicherà anche alle Regioni. Su quest'ultimo punto, tuttavia, resta l'ombra dell'incostituzionalità. Le norme, si legge nel ddl, rientrano nel "coordinamento di finanza pubblica" che è competenza dello Stato. Eppure, secondo Brunetta, il punto "è volutamente incostituzionale" per far si che, alla fine, la Consulta bocci la legge. Il nuovo calcolo contributivo, previsto dalla riforma sui vitalizi, comporterebbe un taglio notevole agli assegni percepiti da ex senatori e deputati. Si stima circa il 40% degli importi attuali. In media, si passerebbe da 56.830 a 33.568 euro. Una riduzione che dovrebbe riguardare i 2600 ex parlamentari che oggi percepiscono il vitalizio. Per farsi un'idea il Corriere della Sera ha fatto un elenco dei tagli che subirebbero i 10 pensionati eccellenti: daPublio Fiori e Mario Capanna. I dati sono stati forniti dal presidente dell'Inps Tito Boeri, alla commissione Affari costituzionali A Publio Fiori verrebbero meno 10.131 euro, a Clemente Mastella 6939 euro, a Giuseppe Calderisi 5459 euro, a Paolo Cirino Pomicino 5411 euro, a Piero Fassino 5256, a Massimo D'Alema 5223, a Gianfranco Anedda 5056 euro. Infine, a Ferdinando Imposimato 4580 e a Mario Capanna 3026 euro.