ROMA. I 2/3 dell'Italia e dei campi coltivati lungo la Penisola sono a secco a causa della siccità delle ultime settimane ed ammontano ad oltre 2 miliardi, secondo un'analisi Coldiretti, i danni provocati a coltivazioni e allevamenti. Almeno 10 Regioni, secondo quanto apprende l'Ansa, stanno per presentare la richiesta di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole. La misura prevede, per le aziende, sospensione delle rate dei mutui, blocco dei pagamenti dei contributi e accesso al Fondo per il ristoro danni.
In particolare, con la dichiarazione scattano la sospensione delle rate dei mutui bancari delle imprese agricole e il blocco del versamento dei contributi assistenziali e previdenziali. Tenuto conto dell'eccezionale siccità, vengono estesi i benefici del fondo anche alle aziende agricole che potevano sottoscrivere assicurazioni, grazie ad un emendamento al decreto Mezzogiorno ora in Senato.
Il ministro delle infrastrutture e trasporti Graziano Delrio, secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, è pronto per firmare nelle prossime settimane gli schemi di contratto per assegnare le risorse per l'adeguamento delle infrastrutture di un centinaio di dighe in base al piano nazionale voluto dal ministro dopo molti anni che non si investivano nuove risorse e annunciato nel marzo scorso. Questa misura può influire sul tema della capacità dei bacini, oltre che della loro sicurezza.
Il piano prevede infatti 294 milioni di euro per il miglioramento della sicurezza di 101 dighe a uso irriguo e/o potabile sparse sul territorio nazionale, di cui 79 al sud: questo consentirà di salvaguardare 4,5 miliardi di metri cubi (quasi un terzo della risorsa idrica nazionale) e recuperare 1,3 miliardi di metri cubi attualmente non invasabili.
Il volume totale delle Grandi Dighe italiane, si legge sul sito del Ministero, è di 13,748 miliardi di metri cubi: il 58% dell'invasato è per uso irriguo e il 57% delle dighe in esercizio è per uso idroelettrico. La maggior parte delle grandi dighe si trova al Sud (57%), il 28% al Nord e il 15% al Centro.
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