ROMA. "La collaborazione con il Pd si è ormai conclusa, sosteniamo lo stesso governo, ma non facciamo parte della stessa coalizione: diciamo che abbiamo un parente in comune, di nome Gentiloni, ma tra noi e loro non c'è più alcun legame", lo afferma alla Stampa, Angelino Alfano, ministro degli Esteri e leader di Alternativa popolare. Gentiloni, fa sapere Alfano, "è stato corretto. Gli ho ribadito che non siamo pentiti" sullo Ius soli, "ma nel ddl alcuni correttivi serviranno al Senato". "Non abbiamo pregiudiziali ideologiche contro lo Ius soli - spiega -, ma ciascuno ha le sue priorità: noi per esempio, per questo finale di legislatura, chiediamo l'approvazione della legge sulla Legittima difesa". "Nessun baratto - precisa il ministro -, ma vogliamo concordare un'agenda di fine legislatura con le forze che sostengono il governo". Alla domanda su come vadano le cose con Silvio Berlusconi, il leader di Ap replica: "Ci siamo incontrati al funerale di Kohl, ci siamo salutati ma non abbiamo parlato di politica". "Cercare alleanze - dice anche Alfano - è un modo per confondere gli elettori visto che non sono previste dal Consultellum. Io credo invece che occorra al più presto lanciare una proposta politica che unisca tutti coloro che sono distinti e autonomi dalla sinistra, ma che non vogliono andar dietro a chi, come Salvini, ci vuole portare fuori dall'Europa".