Giovedì 26 Dicembre 2024

Di Maio: "Non faremo mai nessun accordo con Salvini"

Luigi Di Maio

ROMA. «Se Gentiloni cade, la cosa migliore è andare al voto il prima possibile, la finestra d’autunno è ancora aperta. Questo è il quarto governo non eletto, direi di finirla qui». Così Luigi Di Maio, candidato premier in pectore del M5S, in un’intervista alla Stampa in cui respinge la possibilità di accordi con il segretario della Lega Matteo Salvini: «non faremo alleanze con i vecchi partiti. Quando ci presenteremo alle Camere ci rivolgeremo a tutte le forze politiche, non per fare accordi per la spartizione dei ministeri ma per avviare il governo. Le leggi saranno le nostre, quelle che tutti conoscono». Sulla riforma della legge elettorale, «noi ci siamo presi la nostra responsabilità nel portare avanti il tedesco, il Pd ha trovato un pretesto per far saltare tutto. A questo punto hanno dimostrato la loro malafede, quindi la vedo veramente difficile che il M5S possa di nuovo mettersi al tavolo», dichiara Di Maio. Il vicepresidente della Camera nega una svolta a destra del Movimento. «Ma quale svolta a destra! Quelli che ci accusavano due mesi fa di essere razzisti, adesso dicono le nostre stesse cose», dichiara. «Noi non siamo ideologizzati, siamo per fronteggiare i problemi in maniera concreta: per arrivare a Civitavecchia dalla Libia ci vogliono 72 ore di navigazione. Con lo stesso tempo si va anche in Spagna o in Francia. Renzi ci ha svenduto: in cambio degli 80 euro e di un pò di flessibilità europea, ci ha impegnato a prenderci tutti i migranti in casa». «Su Triton Gentiloni ci deve venire a rispondere in aula, altrimenti presenteremo una mozione di sfiducia», evidenzia Di Maio, secondo cui «quello che ha fatto Minniti con la Libia è un ripiego. Sarebbe dovuto andare al vertice di Tallin e contrattare i ricollocamenti e l’apertura di altri porti europei. È tornato invece con i compiti a casa, dieci nuovi hotspot in Italia di cui uno a Civitavecchia, il primo porto turistico d’Italia. Si è fatto prendere in giro». Sulle Ong, «il codice messo a punto dal governo è troppo debole. Abbiamo presentato una proposta di legge che chiede la presenza della polizia giudiziaria a bordo delle loro navi. Chiedo a Minniti - conclude - la disponibilità a votarla insieme a noi la prossima settimana, il prima possibile».

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