Migranti, dall'Europa pochi sforzi: "L'Italia ha ragione ma è sola". Nuovo naufragio nel Canale di Sicilia
AMBURGO. "Siamo tutti consapevoli della differenza giuridica tra rifugiati e migranti economici. Ma questi sono oltre l'85% degli arrivi e quindi gestire e contenere i flussi è e sarà sempre più una sfida europea e globale". Il premier Paolo Gentiloni pronuncia queste parole davanti ai leader mondiali riuniti ad Amburgo per il G20. Ma il riferimento al tentativo del presidente francese Emmanuel Macron di sfilarsi da buona parte dell'emergenza, dando la sua disponibilità solo per quel 15% che fugge da guerre e dittature, è evidente. Tanto che anche in conferenza stampa il premier sottolinea tra gli aspetti più importanti del documento finale del summit proprio il fatto che venga messa nero su bianco la necessità di "farsi carico a livello globale" di entrambe le tipologie di migranti. Comunque in fuga. Comunque bisognosi di accoglienza e assistenza. E parlando dell'atteggiamento francese usa pochi giri di parole: "Ha ragione l'Italia", taglia corto. E nel giorno in cui si chiude il G20 dal Canale di Sicilia arriva la notizia dell'ennesimo naufragio in cui avrebbero perso la vita in mare almeno 35 persone. Alcuni migranti hanno raccontato dell'affondamento di un barcone sul quale viaggiavano anche alcune donne e bambini. Mentre il premier ascolta la domanda sull'indifferenza di Parigi in materia di migranti, Macron è nella stanza accanto a fare il suo bilancio del G20. E all'immigrazione non fa alcun accenno. "Non parlerei di indifferenza - risponde, diplomatico, Gentiloni - ma di punti di vista diversi". Anche se poi aggiunge: "Confido nel fatto che l'Italia è dalla parte della ragione e quindi che con i propri vicini e alleati si possano fare passi in avanti". Più che mai necessari, visto che quelli fatti fino ad ora in Europa sono "del tutto insufficienti". Dal G20, sul fronte immigrazione, secondo Gentiloni si è raggiunto un "onorevole compromesso". Un documento nel quale mancano le sanzioni contro gli scafisti proposte dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Proposta che, racconta il premier, non è mai riuscita ad approdare sul tavolo del vertice: si è arenata già al livello sherpa, "per l'opposizione di due paesi membri del Consiglio di sicurezza Onu" (leggi Cina e Russia). Ma il compromesso resta "onorevole" per il passaggio sui migranti economici, appunto, perché parla della necessità di uno "sforzo globale, concertato e multilaterale" e per la conferma dei global migration compact lanciati dall'Onu, il meccanismo in base al quale anche i paesi lontani dalle aree di crisi devono farsi carico del problema. Se fosse il documento finale di un Consiglio europeo, sarebbe clamoroso. In realtà riguarda lo spostamento di milioni di migranti in tutto il mondo. "Bisogna considerare - ha detto Gentiloni - che il tema viene affrontato in una prospettiva globale, ci sono paesi attorno a quel tavolo che ospitano tre, quattro milioni di migranti, il che non vuol dire non sia stato riconosciuto all'Italia il ruolo molto importante che sta svolgendo". O che non si possa ricordare ai vicini di casa che non possono girarsi dall'altra parte: "Non mi aspetto conversioni improvvise - ha ammesso il premier - ma l'attenzione di tutti sul fatto che l'Italia sta facendo uno sforzo importantissimo, che rivendico a testa alta sul terreno del salvataggio e dell'accoglienza". Contemporaneamente però, ha aggiunto, "i nostri vicini sanno che questo sforzo non può essere illimitato e fatto solo da noi". E l'approccio deve essere, appunto, globale. Per questo Gentiloni giudica positivamente gli interventi del G20 sull'Africa e difende l'ex premier Matteo Renzi, dopo le polemiche esplose per la frase "aiutiamoli a casa loro". "Ciò che ha scritto, se uno lo vuole leggere in modo onesto, è assolutamente ragionevole". Si tratta di affrontare il problema come "un mosaico con molte tessere" tra le quali c'è "la cooperazione con i paesi di origine e iniziative come il fondo speciale per l'Africa da 400 milioni. Chi vedesse questa posizione come di chiusura nei confronti dei migranti si sbaglierebbe".