ROMA. Poteva andar meglio ma non è una debacle: nessuno psicodramma, "nessun campanello d'allarme". Si va avanti con calma e concretezza. E' passata l'una di notte, i ballottaggi assegnano una chiara vittoria al centrodestra, il Pd in tv ha riconosciuto la sconfitta e la minoranza interna ha già lanciato l'assalto al fortino, quando Matteo Renzi pubblica un lungo post su Facebook per dire chiaro e forte che non ci sta a farsi logorare: il risultato è locale e a "macchia di leopardo", le politiche sono "un'altra cosa", le coalizioni non sono necessariamente la ricetta per battere la destra. Con Genova e Spezia non più rosse, l'Aquila e Verona, Pistoia e Parma perdute, i dati sono più pesanti del previsto: non bastano a temperare la batosta vittorie, "non scontate", a Lecce, Lucca, Padova, Taranto. E al Nazareno ci si prepara a un vero e proprio assedio di chi, dalla minoranza interna, agli "scissionisti" di Mdp, fino alla sinistra di Pisapia, spingerà sulle alleanze e un "nuovo centrosinistra" per mettere in discussione la leadership di Renzi. Ma per ora la linea del segretario non cambia. Proprio i ballottaggi - notano i suoi - dimostrano che bisogna smetterla di lacerarsi ed elucubrare sulle alleanze, ma lavorare a un Pd "largo" per battere la destra al voto. Dopo il disimpegno degli ultimi giorni, Renzi non si fa vedere neanche al Nazareno nelle ore dello spoglio. Nella giornata parla di sport su Facebook e a chi lo invita a lasciare la politica per la Domenica sportiva, ricorda i "centinaia di migliaia" di voti che da poco lo hanno rieletto segretario e lo spingono ad andare avanti. Un segnale alla minoranza di Andrea Orlando e Gianni Cuperlo che ha già dato segno di voler mettere in discussione il segretario. Gli avversari interni proveranno a "riaprire il congresso": non se ne parla, affermano al Nazareno. In serata il segretario telefona al neoletto sindaco di Padova Sergio Giordani, che ha sconfitto il leghista Massimo Bitonci. Ma è una delle poche gioie di questa tornata elettorale. E' un voto locale, ribadisce lui: molti dei candidati, da Genova a Parma, si possono dire tutt'altro che renziani. Ma, ammettono, il centrodestra ha saputo aggregarsi e portare i suoi (ma anche un pezzo di elettorato M5s) a votare. Il centrosinistra paga "moltissimo le divisioni interne, la scissione, aver inseguito M5s, la parcellizzazione", afferma Rosato. Mentre sui social c'è chi, come Angelo Rughetti, se la prende con Paolo Cento e quella sinistra "riesce sempre a perdere pur di dire che è colpa degli altri. #molliamoli". "Il Pd isolato politicamente e socialmente perde quasi ovunque. Cambiare linea. Ricostruire il centrosinistra subito", scrive su Twitter Orlando che martedì riunirà la sua area proprio per chiedere una svolta in questo senso e poi con Cuperlo sarà alla manifestazione del 1 luglio a piazza Santi Apostoli. Renzi dovrebbe convocare per il 10 luglio la direzione, intanto venerdì e sabato riunirà a Milano i circoli Dem, in cui si attendono parole nette sulla prospettiva dei prossimi mesi. Ma intanto i renziani invitano Orlando ad andarci piano nell'analisi: i risultati peggiori si sono avuti nella sua Liguria, han perso candidati civici di centrosinistra, il che mostra che "coalizione non è una risposta". Dalla legge elettorale, allo ius soli (vista l'affermazione della destra), ora tutto tornerà sotto le lenti del dibattito della sinistra. Gongola la sinistra di Pisapia e Bersani, che avrà più forza sabato in piazza Santi Apostoli nel lanciare la sua "alternativa". Ma Renzi ai suoi predica calma e pazienza: il confronto è appena all'inizio.