PALERMO. Il centrodestra siciliano si spacca. Ancora una volta. In vista delle regionali, Gianfranco Miccichè rompe con Nello Musumeci e respinge l'appello presentato dal leader di "Diventerà Bellissima" sulla scelta di un candidato "unico" di tutto il centrodestra. Un invito letto dal commissario regionale di Fi come un ultimatum e respinto al mittente: «Io lavoro affinché Forza Italia trovi la miglior candidatura possibile per le regionali in Sicilia. Non detto l’agenda politica di Nello Musumeci, ma tanto meno intendo farmela dettare da lui», replica secco Micciché. E dopo essere saltate per due volte le primarie di coalizione, si scaldano dunque i motori per la corsa a Palazzo d'Orleans e ad assistere allo scambio di note e comunicati fra Musumeci e Micciché, le premesse sembrano essere quelle di un centrodestra che si presenterà alle urne diviso, con due candidati diversi. Così, dopo le ultime amministrative di Palermo, in cui Forza Italia ha fatto a meno di un proprio candidato - sostenendo l'ex Pd Fabrizio Ferrandelli -, un'altra frattura difficile da risanare si apre anche sul fronte delle prossime regionali già fissate per il 5 novembre. A premere, chiedendo un solo candidato per tutto il centrodestra è stato in prima battuta il leader del movimento "Diventerà bellissima": «Il Centrodestra esca fuori dal bluff. Lancio un appello all’unità per una candidatura alternativa al Pd e al Crocettismo - ha detto ieri Musumeci in conferenza stampa -. Ho paura che si stia lavorando per perdere e favorire l’avversario». E chiede a Forza Italia di fare il nome di un candidato vero, rifiutando altri tavoli o trattative. «È impensabile - continua - che dopo tre mesi dal tavolo delle trattative siamo ancora nel silenzio. Non ci sono più tavoli da costruire - ha aggiunto - Se c'è un super nome esca fuori subito, altrimenti si dica con chiarezza quali sono i problemi che stimolano i veti nei miei confronti o nei confronti del mio movimento da parte di Forza Italia e Cantiere popolare». «Il quadro che emerge dalle amministrative - prosegue Musumeci - è che i partiti tradizionali sono scomparsi, e che dai simboli di partito occorre sottrarsi perché il 'civismo' sottende una capacità di aggregazione maggiore». Aggiungendo che il candidato del centrodestra deve essere incensurato e un personaggio noto: «Ce lo presentino - dice riferendosi a Forza Italia e Cantiere popolare -, ci facciano capire qual è il nome sul quale deve esserci l’unita del centrodestra, anche se credo che ci sia un pregiudizio nei miei confronti». La risposta di Gianfranco Miccichè è dura e non fa presagire l'ipotesi di un eventuale accordo: «Non detto l’agenda politica di Nello Musumeci, né intendo farmela dettare dai suoi ultimatum». «Gli ultimatum servono esclusivamente a creare pressione - continua Miccichè - se Musumeci vuole candidarsi non ha certo bisogno del mio permesso. Io non cerco 'supernomi', ma continuo a lavorare affinché il centrodestra possa esprimere una candidatura unitaria e vincente. A tale scopo - conclude il commissario di Forza Italia - ho iniziato gli incontri con le altre forze del centrodestra aperte al dialogo». Sulle amministrative rifiuta le critiche di Musumeci: «Le liste col simbolo di Forza Italia sono ovunque sopra la media dell’8%; abbiamo raddoppiato il numero di consiglieri ed eletto decine di sindaci. Questi sono i numeri della ripartenza di Forza Italia in Sicilia».