ROMA. "Era doveroso provarci, ma adesso la partita è chiusa. Si vota nel 2018, alla scadenza della legislatura". Matteo Renzi, dalle colonne del Corriere della Sera, accantona ogni ipotesi di scioglimento anticipato due giorni dopo la rottura del patto sulla riforma elettorale. L'attenzione dei partiti si sposta, quindi, dal possibile voto di settembre a quello amministrativo di oggi: elezioni comunali che interessano oltre nove milioni di italiani. Un test importante per le dinamiche interne ai partiti e le loro dinamiche sul fronte delle alleanze. Soprattutto a sinistra, dove l'Mdp boccia l'ipotesi di primarie di coalizione avanzata da Giuliano Pisapia. Ma lo scontro verte ancora su quanto è accaduto a Montecitorio. Ed è ancora scambio di accuse tra Pd e M5s. Di legge elettorale si tornerà a parlare comunque martedì in Commissione alla Camera. Ma questo nuovo inizio pare segnato da un generale pessimismo, malgrado Sestino Giacomoni, dando voce a Forza Italia, creda ancora nell'intesa e chieda di ripartire dal testo base, quello già condiviso da tutte le maggiori forze politiche. Ad ogni modo, una volta scongiurata l'imminente fine della legislatura, Renzi annuncia che con un anno a disposizione prima del voto, avrà "l'approccio del maratoneta, non del centometrista". Tuttavia, sempre in metafora podistica, la corsa del governo appare piena di ostacoli, a partire dal tema della giustizia, che da settimane fa registrare fibrillazione all'interno dell'esecutivo. Da tempo si parla dell'ipotesi di mettere la fiducia sulla riforma del processo penale, scelta che potrebbe concretizzarsi già la prossima settimana. Contro questa soluzione si sono espressi sia l'Unione delle Camere Penali, sia l'Associazione nazionale magistrati. E c'è chi teme che le forti tensioni su questo dossier molto delicato possano sfociare in un incidente parlamentare talmente grave da mettere a rischio la tenuta del governo stesso. Incognite anche sul fronte economico: sabato prossimo è in programma una grande manifestazione nazionale della Cgil contro la reintroduzione dei voucher. A quel corteo ci sarà una folta delegazione di Mdp Art. 1, che annuncia di essere disposta a rivotare la fiducia al governo, a patto però che decida di togliere la norma dalla manovrina. Sempre in tema di rapporti a sinistra, da registrare la netta levata di scudi da parte di Art.1 contro l'ipotesi di primarie di coalizione, avanzata dall'ex Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Massimo Paolucci, europarlamentare Mdp, bolla questa proposta come "una polpetta avvelenata da rispedire al mittente". Ancora più netto il governatore della Toscana, Enrico Rossi che dà a Renzi del "piazzista", che "con una mano fa l'accordo con Berlusconi sulla Rai, con l'altra si rivolge a Pisapia per non si sa bene quali intese".