GENOVA. Ritorno alla lotta, alla ricerca della compattezza. Nel day after della "morte" del Fianum Beppe Grillo e Davide Casaleggio provano a riannodare i fili di un Movimento sfilacciatosi sul tavolo della legge elettorale. La deflagrazione dell'accordo con Pd-FI-Lega, infatti, galvanizza l'ala ortodossa dei Cinque Stelle ma, almeno per ora, non ne cambia gli equilibri in maniera evidente: oggi, a chiudere la campagna delle Comunali a Genova, con il leader del M5S ci sarà Luigi Di Maio. Una presenza, quella del vice presidente della Camera, che mostra come, nonostante il fallimento della sua linea dialogante sulla legge elettorale, la fiducia dei vertici nei suoi confronti resti immutata. Anzi, la presenza di Di Maio al fianco di Grillo nella città natale dell'ex comico servirà, nella strategia pentastellata, a rilanciare la leadership del deputato campano anche agli occhi di una base che ha mal digerito la svolta governista dei Cinque Stelle sul sistema tedesco. Ed è lo stesso Di Maio a provare ad uscire dal "cul de sac" del Fianum dicendosi "rammaricato" del fallimento dell'accordo sul sistema elettorale ma adottando la linea dura nel rapporto con il Pd. "Meglio andare al voto con la legge esistente, ne abbiamo una alla Camera e una al Senato: tutte e due consentono a una forza politica di governare il paese", sottolinea Di Maio ben consapevole che, con l'allontanarsi delle urne, la sua leadership dovrà affrontare il rischio del logoramento. Dall'altra parte, l'ala ortodossa uscita trionfante dal caos di ieri in Aula allontana qualsiasi polemica. "Ha vinto la mia linea? No ha vinto la linea dell'Aula parlamentare", sottolinea Roberto Fico. Eppure, i veleni interni al M5S non sono dissolti. Il deputato Pd Andrea Romano racconta di aver sentito ieri perfino di alcuni spintoni, in Aula, tra il capogruppo M5S e Alessandro Di Battista. Mentre l'ex pentastellato Walter Rizzetto, analizzando le immagini del tabellone dell'Aula sul voto della rottura, individua due esponenti M5S che, "franchi tiratori al contrario", avrebbero votato contro l'emendamento sul Trentino in linea, quindi, con il patto a 4. Tutti dati non riscontrabili e che il M5S non commenta ma che sono il segno di come - a dispetto del voto al quale sarebbero stati chiamati gli iscritti per ratificare il Fianum - sul Fianum le divergenze interne erano tutt'altro che sopite. Divergenze che, stando ai sondaggi, non sembrano intaccare il gradimento del M5S, dato oggi da Ixé come primo partito. E su questa scia Grillo prova a lanciare il M5S in vista delle Comunali. Sfida difficile, quasi impossibile nelle principali città ma l'ex comico, concludendo il suo mini-tour nella Genova delle faide interne e del caso Cassimatis, dimostra di crederci. Starà a lui a riaccendere l'anima barricadera del Movimento mentre a Rapallo Davide Casaleggio rinverdirà il volto istituzionale dei Cinque Stelle esordendo sul palco dei Giovani di Confindustria.