TAORMINA. Il G7 si mostra al mondo unito contro il terrorismo, pronto a rafforzare misure e impegni comuni. Ma non riesce a fare passi avanti sul clima, che resta al palo, e rischia di chiudersi con un compromesso al ribasso sui migranti. Al tavolo, come facilmente prevedibile, pesa la posizione di Donald Trump che arriva dicendosi 'apertò alla discussione. Ma poi di fatto ripropone e resta fermo sui suoi paletti. Non solo sull'accordo di Parigi, su cui continua a prendere tempo in attesa di trovare «la decisione giusta», mentre i suoi parlano apertamente di due posizioni «forti», ovvero contrapposte, tra Europa e America. Ma anche sulla questione dei migranti, sulla quale l’America di Trump sembra destinata a far valere la sua voce, ridimensionando le aspettative dell’Europa e della presidenza italiana. Che, forse, si dovranno accontentare di qualcosa che, alla vigilia del comunicato finale ancora da chiudere, non è certo il massimo che si poteva raggiungere. Sono passati, e non è cosa da sottovalutare - fanno notare gli stessi sherpa italiani che parlano di «un buon compromesso" - i principi base dell’approccio globale, quello «a lungo termine», con il coinvolgimento dei paesi di origine e la responsabilità condivisa. Ma le pressioni americane non hanno consentito di andare oltre, chiedendo di riaffermare il concetto di protezione dei confini e del controllo dei flussi. Che il lavoro, in questi due giorni siciliani, non sarebbe stato facile, Paolo Gentiloni l’aveva previsto. «Al G7 chiediamo risultati, sappiamo che non sarà un confronto semplice ma lo spirito di Taormina ci può aiutare nella direzione giusta», aveva detto poche ore prima del via ai lavori in un videomessaggio. E alla fine della prima giornata del vertice, si mostra moderatamente soddisfatto nell’aver, almeno, centrato una "convergenza comune sui temi principali su cui si può lavorare" insieme. Su tutti, comprese le questioni internazionali come Siria, Libia e Coree, precisa. Ma non sul clima. «Resta una questione sospesa», ammette il premier a margine dei lavori, mentre da tutte le delegazioni rimbalza lo stesso refrain: «Per ora niente intesa», fa sapere la May, mentre l’Eliseo rinvia al mittente qualsiasi ipotesi di accordo al ribasso che indebolisca l'intesa di Parigi. Anche Angela Merkel, nonostante il botta e risposta scambiato oggi con l’inquilino della Casa Bianca sul surplus tedesco, prova a convincere gli Usa a rispettare le conclusioni della Cop21. Senza successo. Sul tavolo resta inoltre il nodo del commercio, che rappresenta un altro motivo di non totale sintonia tra i leader, divisi tra gli europei che spingono per il multilateralismo e il libero scambio e Trump che pensa a barriere, dazi e protezionismo. Pronto anche a stringere un accordo, ma a 'duè, con la Gran Bretagna della May post Brexit. Il primo ministro britannico, che ha lasciato stasera Taormina in anticipo per tornare all’emergenza di Manchester, rientra in patria con l’attestato di solidarietà e vicinanza di tutto il vertice. Che non solo compatto condanna ogni forma di terrore, ma mette nero su bianco una dichiarazione - affidata simbolicamente nelle mani della May al momento della firma - per la lotta al terrorismo. Nel testo i leader si impegnano ad alzare il livello della battaglia comune: in particolare sul web, dove 'corrè l’estremismo, ma anche nella lotta ai foreign fighters, nella condivisione di dati e informazioni e nel taglio dei fondi e delle risorse, «linfa vitale» anche per chi cerca di radicalizzare i giovani che «minacciano i nostri interessi nazionali», scrivono i Grandi. Su Taormina qualche nuvola, e non solo meteorologica, oggi c'è stata e ha rovinato in parte anche il programma delle signore, che hanno fatto un giro in elicottero sull'Etna ma con una visibilità limitata. Gli occhi dei taorminesi (con qualcuno che ha anche applaudito Trump, lanciandogli un 'Bravo!), dei turisti e del gossip si sono puntati su due first lady debuttanti: Brigitte Macron e Melania, che hanno tenuto banco con una sfida di stile. Prima di raggiungere i mariti per un concerto nell’Antico Teatro della Filarmonica della Scala di Milano e una cena offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura.