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Obbligo vaccini, i presidi d'accordo: "La salute una priorità"

ROMA. L’obbligo delle vaccinazioni per l'iscrizione a scuola? Ben venga. I presidi accolgono con favore il ritorno al passato sancito con il decreto legge varato oggi dal consiglio dei ministri.

«E' evidente - commenta il presidente dell’Anp, Giorgio Rembado - che la vaccinazione non solo permette di salvare vite umane ma anche di abbassare l’incidenza delle malattie durante l'anno scolastico. Penso ad esempio al morbillo, sul cui vaccino si è sviluppato il dibattito politico, e ai giorni di lezione che si perdono nel caso di contagio in una classe». La salute e l'istruzione «devono procedere di pari passo, in sinergia».

E se proprio si fosse costretti a scegliere tra i due diritti, per il vicepresidente dell’associazione, Mario Rusconi, non ci sono dubbi: «il diritto alla salute è superiore a quello all’istruzione. Lo stato ha il diritto-dovere di garantire la salute di chi sta a scuola».

Quanto alla responsabilità dei presidi - la ministra Lorenzin ha chiarito che il dirigente scolastico «è tenuto a monitorare che nell’ambito di una classe o della scuola sia mantenuto il cosiddetto 'effetto greggè» - non è certo un problema e non viene considerato un ulteriore onere dalla categoria, impegnata in questi giorni a organizzare una manifestazione (il prossimo 25 maggio) per denunciare, tra l’altro, la crescente mole di adempimenti connessi all’esercizio della funzione. «Così come le segreterie registrano se un alunno intende seguire o meno l’ora di religione, accerteranno, al momento dell’iscrizione - afferma Rusconi - le avvenute vaccinazioni. Si è fatto per trent'anni!».

"Sono ben altre le cose che vorremmo fossero supportate in maniera più efficace e incisiva» aggiunge citando, ad esempio, le questioni legate a un altro tema attualissimo, il Cyberbullismo. «Dire, nella legge appena varata, che ci sarà un punto di riferimento per i ragazzi nelle scuole, quello che io chiamo 'il buon samaritanò è deludente. Molti insegnanti già svolgono questo ruolo, e da tempo. Quel che servirebbe davvero - insiste Rusconi - è una equipe psico-pedagogica, non pretendo in ogni scuola ma almeno per rete di istituti. Così come andrebbe ripristinato il medico scolastico che individuava scoliosi e altre malformazioni facendo risparmiare in prospettiva parecchio al servizio sanitario nazionale. Ma ci rispondono che tutto ciò costa troppo. Perché allora non compriamo un F35 in meno e dotiamo le scuole di quel che serve? Non si possono fare leggi solo di parata. Perché siano valide hanno bisogno di gambe».

E le sanzioni per i genitori «fuorilegge"?. «Quella maggiore - constata Rusconi - mi pare sia dire no vaccino no iscrizione».

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