ROMA. Un primo accordo sul principio dell'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'iscrizione a scuola è stato raggiunto, ma lo scontro più aspro si sta consumando in queste ore sulle fasce d'età da includere. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, vuole infatti che i vaccini siano obbligatori per l'iscrizione ai nidi, alle materne ed alle scuole elementari, ovvero per la fascia 0-10 anni. Di avviso contrario la titolare dell'Istruzione Valeria Fedeli, per la quale l'obbligatorietà dovrebbe riguardare solo la fascia 0-6 anni, ovvero i nidi e le materne. Proprio su questo nodo cruciale relativo al decreto voluto dalla Lorenzin, i tecnici dei ministeri e della Presidenza del Consiglio hanno discusso ieri sera nella riunione preparatoria al Consiglio dei ministri di oggi. Ma la 'quadra' non è stata raggiunta e, dunque, a sciogliere il 'nodo' sarà oggi proprio il Cdm, dove il provvedimento approderà come già annunciato dal premier Paolo Gentiloni. Una questione non da poco, e fondamentale per Lorenzin che, a sostegno della necessità di estendere l'obbligo fino ai 10 anni, si rifà alle avvertenze del mondo scientifico, secondo cui il calo delle coperture vaccinali nel nostro Paese è "drammatico" e per salvaguardare la salute pubblica, l'unica modalità efficace sarebbe appunto l'estensione dell'obbligo. Ma le polemiche non accennano a placarsi: anche oggi la 'proposta' di Fedeli di prevedere piuttosto delle sanzioni per i genitori che non vaccinano i figli, garantendo però a tutti i bambini l'accesso a scuola, ha suscitato la decisa reazione di medici e scienziati. A scendere in campo è stata anche l'Accademia dei Lincei, esprimendo "parere favorevole rispetto all'obbligatorietà delle vaccinazioni per accedere a scuola, a salvaguardia del diritto all'istruzione e alla vita di relazione anche dei bimbi più fragili", ed affermando che "non utilizzare a dovere i vaccini è un delitto". Parla di "emergenza" il Consiglio superiore di sanità e chiede l'obbligo delle vaccinazioni per la scuola. E dalle colonne del Corriere della sera interviene Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale: "Il diritto alla salute e quello all'istruzione hanno una diversa portata. Il primo riguarda la vita stessa della persona e prevale sul secondo". Infatti, avverte pure l'Istituto superiore di sanità, "misure alternative all'obbligo non sono risolutive". Quanto alla proposta di sanzioni per i genitori, "è assurdo - affermano in coro le società mediche - sottrarsi all'obbligo pagando una multa". Intanto, scoppia pure un 'caso M5S' a Roma: "M5S ha scelto la strada dell'irresponsabilità impedendo, con la scelta dell'astensione, l'approvazione di una mozione ampiamente condivisa", denuncia la leader di Forza Italia Giovani, Annagrazia Calabria. E la Dem Debora Serracchiani afferma su twitter: "M5S a Roma boccia mozione per introdurre l'obbligo di vaccinazione nelle scuole d'infanzia. Contro la scienza per speculare sulla paura". Immediata la replica di Paolo Ferrara, Capogruppo M5S del Campidoglio: "L'astensione odierna della maggioranza rispetto alla mozione presentata in Campidoglio sull'obbligo di vaccinazione non significa affatto che il Comune sia contro le vaccinazioni. La ragione dell'astensione è dovuta al fatto che il governo si appresta a varare nel prossimo Consiglio dei ministri un decreto su questa materia e in questo momento appariva opportuno conoscere gli sviluppi sulla materia che stanno avvenendo a livello nazionale". "Sui vaccini: oggi in Consiglio dei ministri discuteremo il testo al quale abbiamo lavorato durante la settimana, perché sulla salute dei bambini non si scherza". Lo scrive su Facebook la sottosegretaria alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi.