ROMA. Il mondo dell’ambientalismo in questi giorni è in allarme: dall’ex assessore della giunta Raggi Paolo Berdini (quello del no allo stadio della Roma ) all’ex pretore d’assalto Gianfranco Amendola, tutti preoccupati per un disegno di legge presentato dal senatore verdiniano Ciro Falanga che è a un passo dall’approvazione in Senato e che, accusano, metterebbe una pietra tombale sulla demolizione di case abusive ed ecomostri. Il via libera in commissione è stata veloce ed unanime e ora manca solo il sì dell’aula di Palazzo Madama. Poi, dicono i firmatari di un appello contro l’approvazione del ddl, non resterà che sperare nel Quirinale, che se volesse potrebbe bloccare la legge e rinviarla alle Camere. Gli effetti perversi del ddl Falanga, a sentire i promotori della denuncia, sono nascosti nel meccanismo ideato per programmare le demolizioni: una scala di priorità che ha in cima le case in costruzione, da abbattere per prime, e all’ultimo gradino quelle già abitate. «Funziona così - spiega il verde Angelo Bonelli - le case già abitate di fatto sono tutte salve. Per le altre bisogna individuare l’abuso, poi arriva la sentenza che ordina la demolizione, e ci sono 90 giorni di tempo per eseguirla. Figuriamoci: in tre mesi la casa può essere finita, ci si mette dentro una famiglia, e il gioco è fatto. E mafia e camorra ringraziano». Insomma «questo è un provvedimento che legalizza in modo permanente l’abusivismo con effetti futuri permanenti». Bonelli se la prende con i governatori di Campania e Sicilia De Luca e Crocetta: «La legge la vogliono loro perché è nelle loro regioni che c'è il numero maggiore di abusi. In Campania le case fuori regola sono 70mila, in Sicilia un pò meno ma si calcola che c'è un abuso ogni novecento metri di costa». Ma il senatore autore del disegno di legge non demorde. "Respingo tutte le critiche - dice Falanga - chi le fa non conosce la realtà. Il mio disegno di legge è un atto di giustizia che mette fine all’incertezza, specie nella mia regione, la Campania. C'è gente che ha comprato una casa per cui era stato chiesto il condono e ora si trova le ruspe davanti il portone. Se non viene approvato il mio ddl mi dimetto da senatore. Se non riesco a tutelare i miei concittadini che ci sto a fare in Parlamento?".