ROMA. Raffica di emendamenti al decreto di correzione dei conti pubblici che, anche nella mole di proposte di modifica, assume sempre più le forme di una vera e propria manovra-bis. Alla Commissione Bilancio sono arrivati 2.592 emendamenti, numero che si spera di ridurre a 700-800 entro mercoledì prossimo, per poi iniziare le operazioni di voto a partire da giovedì ed arrivare al via libera dell’Aula entro il 27 maggio.
Le aggiunte e le correzioni di Montecitorio vanno dallo split payment, contestatissimo da imprese e professionisti, agli affitti brevi, dai giochi al «lavoro accessorio», in altre parole ai voucher, fino all’Anac. Il decreto potrebbe infatti diventare il veicolo per restituire all’Autorità di Raffaele Cantone i poteri aggiuntivi 'sparitì dal Codice degli Appalti.
La grande protagonista si avvia ad essere però la web tax, o almeno una norma transitoria destinata ad aprire la strada ad un intervento più sistematico e coordinato a livello internazionale (o, si spera, quanto meno europeo). A depositare un emendamento ad hoc è stato direttamente il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, da sempre fautore di una forma di tassazione organica dei giganti del web. «Al tempo dell’economia digitale non può e non deve più esistere una differenza basata sulla stabile organizzazione. Anche un solo dipendente è stabile organizzazione se l’impresa ha ricavi miliardari. - sottolinea - Ma siccome so di non poter combattere da solo contro i mulini a vento, quella presentata è una norma di transizione nella speranza che la politica abbia più coraggio in tempi brevi».
Dopo il caso, eclatante, di Google e il lavoro svolto da Agenzia delle Entrate e Procura di Milano, la proposta prevede quindi una sorta di 'cooperative compliancè tra il fisco e le imprese del web con oltre 1 miliardo di fatturato basata su accordi preventivi. Le imprese «che ravvisino il rischio che l'attività esercitata nel territorio dello Stato costituisca una stabile organizzazione», si legge nell’emendamento, «possono chiedere all’Agenzia delle Entrate una valutazione della sussistenza dei requisiti che configurano la stabile organizzazione stessa, mediante presentazione di apposita istanza finalizzata all’accesso al regime dell’adempimento collaborativo» previsto dalla delega fiscale. Per gli anni precedenti, l’azienda potrà usufruire dell’accertamento con adesione, vedendosi ridurre della metà le sanzioni previste.
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