Giovedì 21 Novembre 2024

Lite fra Alfano e Orlando sul caso Ong e scafisti, Governo a rischio spaccature

I ministri Andrea Orlando e Angelino Alfano - Ansa

ROMA. La presunta collusione fra alcune organizzazioni non governative e il traffico di migranti ipotizzata da Luigi Di Maio, dopo aver trovato nei giorni scorsi una sponda nel procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, è sfociata in uno scontro nel governo. Il Premier Gentiloni, arrivando al vertice Ue sulla Brexit, è cautamente intervenuto nella polemica affermando che «se ci sono da parte della magistratura informazioni attendibili e credibili, non sarà certo il governo a contrastarle» ma questo - ha precisato - va distinto dal fatto che «l'attività delle organizzazioni di volontariato è preziosa e benvenuta». Si è invece decisamente schierato a fianco di Zuccaro il ministro degli Esteri, Angelino Alfano: «Io do cento per cento di ragione al procuratore, perché ha posto una questione vera" ha detto da Taormina dove era impegnato in sopralluoghi in vista del G7. «Sono degli ipocriti e dei sepolcri un pò imbiancati tutti quelli che si indignano a comando. Cioè, se i magistrati dicono delle cose che a loro piacciono, allora i magistrati possono parlare; se dicono cose che a loro non piacciono, i magistrati devono stare zitti» ha aggiunto. Parole che non sono affatto piaciute ministro della Giustizia Orlando: «Non credo si debbano sostenere le tesi del procuratore di Catania, bisogna sostenere le inchieste del procuratore di Catania e sulla base di queste trarre delle conclusioni. Se Alfano è convinto che abbia ragione nel descrivere quel quadro di insieme che il procuratore indica, e che io non sono in grado di confutare, non essendomi occupato del tema, c'è da chiedersi perché non se n'è accorto quando faceva il ministro degli interni. Probabilmente è una distrazione di Alfano». Immediata la replica del titolare della Farnesina. «Non cercavo la polemica col collega Orlando e mi sorprende la sua dichiarazione. Ho difeso il procuratore. Ho fatto la dichiarazione che avrebbe dovuto fare il Guardasigilli Orlando se non fosse assente da via Arenula» perché «in campagna elettorale permanente». E se il presidente del Senato, Piero Grasso, bacchetta il pm etneo - «Bisogna parlare delle indagini quando sono concluse non quando sono in corso» - e lo stesso fa il vice presidente dell’Anm, Antonio Sangermano, definendo le dichiarazioni di Zuccaro «certamente inopportune al di là delle positive intenzioni che sembrano averle ispirate», il M5S coglie l'occasione per rilanciare. «Perché la politica sta attaccando Zuccaro? Forse perché sta indagando sul Cara di Mineo? Il serbatoio di voti dei partiti siciliani e non solo» scrive su Facebook Luigi Di Maio che, dopo aver criticato l’atteggiamento di Grasso e Boldrini «che dovrebbero essere al di sopra delle parti e che invece hanno deciso di prendere parte alla fiera dell’ipocrisia sulle Ong» viene rintuzzato sullo stesso social dal presidente del Senato: «Caro Luigi, sei giovane, ma faresti bene a ricordarti che a tutte le età si può e deve imparare. Hai già dimostrato più volte di avere grosse lacune in storia, geografia e diritto: qualche lezione ti sarebbe utile». Controreplica Di Maio: «Caro Grasso, io non smetto mai di imparare nella vita, ma dal suo partito che prendeva soldi dal business degli immigrati non ho proprio nulla da apprendere». Intanto, mentre sul caso «ong-migranti» si moltiplicano le prese di posizione di esponenti di maggioranza e opposizione, il Codacons ha depositato formale costituzione di parte offesa nell’inchiesta aperta dalla Procura di Catania sulle Ong che operano nel Mediterraneo e una istanza di sequestro per fare luce sui movimenti bancari delle organizzazioni. E il primo maggio partirà una raccolta di firme - promossa da Radicali Italiani e da numerose organizzazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione - per superare la «Bossi-Fini». Intanto il leader leghista Matteo Salvini annuncia di voler denunciare Alfano, Orlando, Boldrini e Grasso «per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina"

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