PONTIDA. Una festa, una piccola Woodstock «sudista», con birra, musica e anche panini alla 'nduja: così ieri i 'terroni" (loro definizione) hanno conquistato uno dei luoghi simbolo della Lega Nord: Pontida, dove per decenni al raduno annuale del Carroccio Umberto Bossi e Matteo Salvini hanno dato la linea politica del partito. Una risposta alla 'discesa" a Napoli di Salvini il mese scorso.
Se però allora si erano verificati incidenti, non altrettanto è successo in provincia di Bergamo: in una Pontida blindata con strade, scuole e negozi chiusi per un’ordinanza del sindaco Luigi Carozzi, il clima è stato quello della festa.
Centinaia gli agenti schierati, in parte arrivati da fuori perché a Bergamo c'era da garantire anche il servizio d’ordine allo stadio per Atalanta-Bologna. Quattromila i partecipanti secondo gli organizzatori. Al di là di una 'guerra delle scritte" (con la Lega stessa che ha cancellato lo slogan "padroni a casa nostra» dal suo pratone, e una successiva scritta apparsa e poi cancellata 'Salvini duce"), la cronaca ha avuto poco spazio. Ne hanno avuto di più la musica e il folklore (con le magliette 'terroni a Pontida" andate esaurite in un paio d’ore).
«Siamo a Pontida per dissacrare, perché non possono esistere luoghi sacri del razzismo» ha spiegato Egidio Giordano, del coordinamento Dima che è fra gli organizzatori. «Qualcuno pensava che oggi venissero Unni e Visigoti - ha aggiunto Massimiliano Jovine dei 99 Posse -. Non è così. Siamo venuti a portare un messaggio di fratellanzà. E mentre il sindaco di Napoli Luigi De Magistris invita sui social i «terroni» a unirsi da Lampedusa a Pontida si pensa al bis.
Gli abitanti della cittadina bergamasca hanno guardato con una certa curiosità a questa prima edizione del festival antirazzista, migrante e terrone; più seccati dalla chiusura della discarica (aperta solo tre giorni a settimana) che da altro. Da Napoli sono arrivate oltre 200 persone in pullman, altri da Benevento, Civitanova Marche, Ancona, Macerata, Vicenza, Padova, Trento, Belluno, Padova, Parma. In treno da Milano centinaia di persone. Molti i migranti, gli esponenti dei centri sociali, ma non solo.
Qualche curioso da Pontida si è infilato ad ascoltare. C'è chi fra i locali ha applaudito ai cori 'Odio Salvinì sulle note di 'Can't Take my Eyes off of Yoù, chi invece ha brontolato «perché i migranti arrivano, ci rubano il lavoro e la casa e aumentano i crimini».
Il clou del concertone è la canzone 'Gente d’ò Nord’, brano che i 99 Posse hanno firmato con una serie di altri artisti che insieme hanno inciso un doppio cd con il nome di 'Terroni unitì. Un inno che racconta la solidarietà e cosa significa essere migrante.
«Siamo convinti che i razzisti non abbiano diritto di parlare» ha osservato Giordano, salito sul palco con la consigliera comunale di Napoli Eleonora di Majo e con Marta, giunta da Venezia pronta a festeggiare perché «la scritta indecente 'Padroni a casa nostrà non c'è più». In realtà sarà rimessa oggi. Però per un giorno i 'terronì hanno conquistato Pontida e pensano anche di tornare, dato il successo.
«C'è tantissima gente. E’ un bel posto - ha concluso Luca O'Zulú dei 99 Posse - perché non farlo diventare da simbolo della Lega a sede del Concerto Nazionale Antirazzista Migrante e Terrone?».
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