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Stabilizzazione dei precari,
si ferma il piano della Regione

PALERMO. Il piano per le stabilizzazioni dei 13.600 precari degli enti locali si ferma prima ancora di muovere il primo passo. «Sì, dobbiamo riportare all’Ars la nostra legge. Servono delle correzioni» ammette al telefono l’assessore alla Funzione pubblica Luisa Lantieri.

Dunque si riparte da capo, con tempi ancora tutti da stabilire. La legge approvata in tutta fretta a fine dicembre prevedeva le proroghe per due anni a favore di ogni categoria di precari in Sicilia in attesa di avviare le stabilizzazioni. Il posto fisso sarebbe poi garantito a tutti o con la stabilizzazione nel Comune attuale o con l’assunzione alla Resais (l’ente regionale che poi avrebbe smistato negli enti locali il personale in base ai posti liberi nelle piante organiche).

Ma a quasi quattro mesi dal varo sono venuti fuori i primi intoppi durante un’audizione dei sindacati in commissione Lavoro. E il primo intoppo è in realtà un macigno che ostacola il cammino fin dal primo metro. A pochi giorni dalla scadenza del termine previsto nella legge di dicembre, non è nemmeno stato avviato il trasferimento nei Comuni del personale in esubero oggi in servizio nelle Province: si tratta di circa 700 dipendenti a tempo indeterminato che in base alla norma devono transitare nei Comuni trovando posto prioritariamente rispetto ai precari di quelle amministrazioni (ciò in omaggio a una analoga norma nazionale). Solo dopo questo passaggio si potranno individuare i posti vacanti da assegnare agli attuali precari. Ma questo passaggio, che doveva essere completato entro il 30 aprile, non è nemmeno stato avviato.

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